Archivio Report Sicilia, Piano Gatta

Nella città in cui non riescono a tumulare subito le salme dei defunti, c’è chi pensa alla realizzazione di un impianto di cremazione. E a pensarlo sono i consiglieri comunali che discuteranno questo atto di indirizzo nella seduta convocata per il prossimo 4 settembre, dal presidente Giovanni Civiltà. Davvero paradossale pensare anche solo di immaginare un simile impianto, quando ancora al cimitero di Piano Gatta risultano non collocate in maniera decorosa numerose salme di defunti nei mesi scorsi. Quello che approderà in aula Sollano sarà un atto di indirizzo, quindi una fase ancora primordiale di una “idea” che chissà a chi sarà venuta e che rappresenta davvero una provocazione per parecchi agrigentini.

Un progetto ambizioso, ma la realtà?

Che sia voluta questa provocazione certamente no, ma vedere che la classe politica agrigentina possa ipotizzare la realizzazione di un impianto con simile destinazione d’uso risulta davvero paradossale. Per realizzare questo fantomatico impianto di cremazione, si farebbe ricorso al project financing, quindi affidandolo successivamente a privati, come si intende fare con il cimitero di Piano Gatta. In questo modo, forse, i promotori di questa iniziativa – normale in tutte le città avanzate del mondo – potrebbero avere pensato di alleggerire la pressione sui cimiteri “normali”, offrendo alla popolazione anche la possibilità di cremare il proprio caro defunto, ammesso che questi ne abbia fatto richiesta, prima di passare a miglior vita. Il costo per la cremazione di un defunto in Italia nel 2025 è di 599,23 euro. La cremazione è un servizio di pubblica utilità e lo Stato Italiano ha stabilito un limite massimo alle tariffe anche se ha dato la possibilità ad ogni comune di ridurre il costo. Il prossimo 4 settembre ne sapremo di più, sempre che tale punto all’ordine del giorno venga affrontato, alla luce dei numerosi temi in “menù”. 

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