La sicurezza a Catania e provincia al centro della visita dell’onorevole Chiara Colosimo, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, svoltasi nella Sala Giunta comunale del capoluogo etneo.
Durante l’incontro è stato evidenziato come le recenti sparatorie siano l’esito di una guerra tra i clan mafiosi per il controllo del mercato della droga.
Bersaglio degli oltre duecento colpi d’arma sparati, sono spesso le vetrine e le saracinesche degli esercizi commerciali.
La stessa parlamentare ha sottolineato come, dopo aver ascoltato gli inquirenti, si sia giunti alla conclusione che in città esista una criminalità organizzata su due livelli.
Il primo è quello dei grandi affari che vede coinvolto il noto clan Santapaola.
Il secondo, invece, riguarda i piccoli gruppi malavitosi che operano su strada per la gestione delle piazze di spaccio.
Il sindaco Enrico Trantino ha affermato di apprezzare l’attenzione e la forte sensibilità che Governo e Parlamento stanno manifestando nei confronti della città di Catania.
Il procuratore Francesco Curcio, presente anche lui all’incontro, ha puntualizzato come l’esistenza di tutte le piazze di spaccio attive sia alimentata dall’aumento delle richieste di sostanze stupefacenti: un fenomeno che rimpingua le casse della mafia.
Il problema non riguarda soltanto il capoluogo etneo, bensì anche la provincia.
Per questo motivo sono state affidate delle deleghe ai parlamentari Anastasio Carrà della Lega e a Anthony Barbagallo del Partito Democratico, ex sindaci rispettivamente di Motta Sant’Anastasia e Pedara.
Nello specifico Anthony Barbagallo, nominato referente per l’hinterland, ha ringraziato la collega Chiara Colosimo.
“Porterò avanti con scrupolo e coscienza l’incarico – ha detto – e che cade in un momento delicatissimo per la nostra provincia, non soltanto per il numero di Comuni sciolti negli ultimi anni, ma anche per alcuni dati preoccupanti, come il numero di istanze per estorsione e per usura nel 2024 e nel 2025″.
Precisamente, due per estorsione nel 2024 e 2025 e nessuna per usura.
” La gente non denuncia più – ha concluso – e questi dati ci devono fare riflettere, perché non è solo una questione di allarme sociale”.

