Un commento di Zino Pecoraro

Il modo di fare teatro di Mario Gaziano si riconduce alla tecnica gaddiana del pastiche, una forma comunicativa che comprende modalità e strumenti moderni: tv, musica, canzoni, ballo. Si  tratta evidentemente di una struttura comunicativa che riduce tutta la dialettica Pirandelliana delle parole, ma ne conserva il cuore. In questo caso alcune scene indispensabili del testo  pirandelliano sono state proposte integralmente e con acume interpretativo. L’esaltazione più forte del pasticche, oltre l’interpretazione di Maria Grazia Castellana, che si è calata perfettamente nel personaggio con toni vibranti e professionali, é rappresentata, a mio parere, dal balletto che con la intensa e maestosa duttilità dell’interprete, ha dato la sintesi visiva e plastica del testo pirandelliano: la sensualità piena e pervasiva nella prima parte; l’aspirazione alla purezza(il bianco) nella seconda parte. E questa non può che essere invenzione del regista.

 

 

 

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