Bastano cinque minuti di pioggia per trasformare interi quartieri di Agrigento in fiumi d’acqua e fogne a cielo aperto. Questa mattina il Viale Cannatello è diventato l’ennesimo esempio del disastro cittadino: tombini saltati, liquami riversati per strada e un gravissimo rischio ambientale e sanitario per i residenti.
Il video che documenta la situazione è inequivocabile: le fogne sono esplose, invadendo la carreggiata e contaminando l’area con scarichi fognari, mentre le auto arrancavano tra pozzanghere miste a liquami. Non si tratta di un episodio eccezionale: è la fotografia di una città in ginocchio per l’assenza di manutenzione ordinaria.
Le caditoie intasate: un problema cronico
Da Fontanelle a San Leone, da Monserrato al centro storico, ogni quartiere di Agrigento presenta caditoie ostruite, tombini mai puliti e sistemi di smaltimento delle acque piovane totalmente inefficaci. Così, alla prima pioggia, le strade diventano impraticabili e il rischio idrogeologico aumenta in maniera esponenziale.
Le associazioni e i cittadini lo denunciano da anni, ma nulla è stato fatto. Nel frattempo, l’amministrazione comunale si concentra su feste, spettacoli e passerelle, lasciando irrisolti i problemi strutturali che mettono a rischio la sicurezza pubblica e la salute dei cittadini.
La domanda alla politica
Oggi i cittadini chiedono al sindaco Francesco Miccichè una risposta chiara:
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Quali problemi reali sono stati risolti in questi cinque anni?
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Quali interventi sono stati fatti sulla rete fognaria e sul sistema di smaltimento delle acque piovane?
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Perché ogni quartiere continua a vivere lo stesso dramma ad ogni temporale?
Perché mentre la città sprofonda tra acqua e fogna, il racconto ufficiale è quello di una “Capitale della Cultura” che si prepara ad accogliere turisti ed eventi. Ma quale immagine viene consegnata al mondo quando bastano cinque minuti di pioggia per trasformare le strade in un mare di liquami?
L’allagamento del Viale Cannatello non è un incidente, ma il simbolo di una città abbandonata alla noncuranza e all’assenza di prevenzione. Oggi l’acqua è entrata nelle strade, domani rischia di entrare nelle case e nelle scuole.
Agrigento non merita di essere “Capitale degli allagamenti”: i cittadini vogliono risposte, non slogan.


