Dopo mesi di silenzi e complicità istituzionali, il caso Villa del Sole ad Agrigento torna a scuotere le coscienze. Una vicenda che non è solo urbanistica, ambientale o amministrativa. È diventata un simbolo plastico di come il “Sistema Agrigento” continui a imporsi sullo Stato, sulle leggi e persino sulla magistratura, con una sfrontatezza che ha ormai superato il livello di guardia.

La denuncia: “Un atto di forza della mafia dai colletti bianchi”

A denunciarlo, in tempi non sospetti, è stato Giuseppe Di Rosa, allora(prima dell’intervento della mafia dai colletti bianchi agrigentina) responsabile del dipartimento trasparenza enti locali del Codacons, che in una diretta social aveva tuonato:

“Villa del Sole è una sfida della mafia dai colletti bianchi agrigentina allo Stato. Stanno dimostrando allo Stato che ‘loro’ comandano più dello Stato stesso, più delle istituzioni governative, più della magistratura stessa, che non ha mai sequestrato un cantiere che era abusivo sin dal principio.”

Parole durissime, che risuonano oggi come profetiche. Perché quella che doveva essere la riqualificazione di una villa pubblica si è trasformata in un caso esemplare di violazione sistematica delle regole, gestito con arroganza e silenzi compiacenti.


I fatti: cantieri avviati senza autorizzazioni

Il progetto – che prevede la costruzione di un asilo nido all’interno della storica Villa del Sole – è stato bloccato dalla Soprintendenza di Agrigento a gennaio 2024 per assenza di autorizzazioni paesaggistiche. Il blocco, durato tre mesi, avrebbe dovuto fermare tutto. E invece no. Il Comune ha proceduto lo stesso, giustificando l’abbattimento di decine di alberi con “motivi di sicurezza” e affermando che il progetto era pienamente conforme.

Ma, come denunciato da più associazioni – tra cui il Codacons – l’intera operazione appare viziata da gravi irregolarità, sia nelle autorizzazioni sia nelle procedure di appalto. E il silenzio delle autorità di vigilanza, in primis la magistratura, lascia basiti.


Un silenzio che fa paura: lo Stato arretra, il “Sistema” avanza

Il caso Villa del Sole non è isolato. È un tassello perfetto del puzzle chiamato “Sistema Agrigento”, denunciato da anni da Report Sicilia. È lo stesso sistema che ha prodotto l’inchiesta AICA, le nomine opache, gli incarichi su misura, le assunzioni pilotate, gli eventi imposti dall’alto, le “stanze del silenzio” da 150 mila euro, mentre la città affonda tra crisi idrica, scuole senza servizi, strade rotte e impunità generalizzata.

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Quando le istituzioni non agiscono, la criminalità occupa lo spazio

Franco La Torre, nel suo intervento per la Fondazione Pio La Torre, ha scritto: “La criminalità si insinua dove lo Stato è assente o debole.” E Agrigento è oggi l’esempio concreto di questa triste verità.

Perché, mentre cittadini, comitati, famiglie e associazioni chiedono rispetto delle regole, le istituzioni locali preferiscono proteggere gli equilibri consolidati. E chi denuncia viene delegittimato, ignorato o minacciato.


La Villa del Sole è solo l’inizio

Quello che è accaduto alla Villa del Sole è più di un cantiere abusivo: è la prova che chi comanda ad Agrigento non ha paura della legge, perché sa di poter contare su coperture, omertà e inerzie. E quando la magistratura non interviene neppure di fronte all’evidenza, il messaggio che passa è devastante: qui, lo Stato non c’è.


      

Noi di Report Sicilia continueremo a raccontare quello che vediamo. A denunciare, a scavare, a smascherare. Perché non vogliamo che i nostri figli crescano in un luogo dove la cultura è solo facciata, mentre dietro si nasconde una mafia elegante, istituzionalizzata, che si muove nei salotti del potere e nei corridoi degli uffici pubblici.

E mentre la “Capitale della Cultura” si riempie di eventi e di passerelle, la vera Agrigento soffre, lotta, resiste.

 

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