AGRIGENTO – Non è solo un documento. È un atto di accusa morale, culturale e istituzionale. La lettera ministeriale datata 1° giugno 1959, inviata dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti alla Soprintendenza ai Monumenti di Palermo e a quella alle Antichità di Agrigento, smentisce ogni giustificazione usata per abbattere la Villa del Sole e condanna la deriva cementificatoria avallata dalle istituzioni locali.
Nella nota si legge chiaramente:
“L’Autorità comunale sulla opportunità di esercitare il proprio diritto di prelazione sulle aree scoperte a valle della panoramica destinata a parco pubblico, quella di cui ha la disponibilità, prima fra tutte quella proveniente dalla demolizione della Caserma Crispi.”
Ecco dunque la nascita ufficiale e vincolata della Villa del Sole: uno spazio pubblico verde e panoramico, pensato per proteggere la visuale tra la Rupe Atenea e la Valle dei Templi, tutelando uno dei più straordinari paesaggi archeologici d’Europa.
Una verità che schiaccia le menzogne
Chi ha parlato di “riqualificazione” mente. Chi ha parlato di “progetto educativo” mistifica. Chi ha parlato di “regole rispettate” distorce la realtà. Il documento ministeriale del 1959 è un atto formale e vincolante che impediva ogni alterazione di quell’area. Invece, è stata rasa al suolo per costruire un edificio in pieno vincolo paesaggistico, contro ogni logica culturale, storica e legale.
Come Report Sicilia ha denunciato sin dall’inizio, con una lunga serie di inchieste, la demolizione della Villa del Sole è il simbolo di una guerra culturale e politica contro la città, un’operazione spregiudicata figlia di interessi trasversali.
Di Rosa: “La Procura è l’unico baluardo contro i colletti bianchi”
“Sono fiducioso – dichiara Giuseppe Di Rosa, Editore di Report Sicilia – nel lavoro che stanno sicuramente svolgendo gli inquirenti. Confido profondamente nella Procura della Repubblica di Agrigento, che da anni rappresenta l’unico vero baluardo contro la mafia dei colletti bianchi. La distruzione della Villa del Sole è un guanto di sfida lanciato dalla borghesia mafiosa e affarista alle istituzioni dello Stato, un messaggio preciso, arrogante e intimidatorio. Ma lo Stato saprà rispondere.”
Tutto nasce lì: la Caserma Crispi
Il documento ministeriale del 1959 cita esplicitamente la demolizione della Caserma Crispi e la successiva destinazione di quell’area a parco pubblico, come azione strategica per salvaguardare l’integrità visuale e culturale della città classica. Quella visione fu fatta propria da funzionari dello Stato, urbanisti, archeologi. Oggi distrutta in silenzio, nel nome dell’abuso travestito da progetto sociale.
Gli articoli di Report Sicilia
Abbiamo raccontato tutto, prima di tutti. Abbiamo documentato:
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Le irregolarità urbanistiche e paesaggistiche;
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Le varianti approvate contro i vincoli;
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Le menzogne istituzionali;
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L’indifferenza della Soprintendenza;
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Il silenzio assenso del Comune.
Oggi abbiamo anche la prova storica definitiva.
La domanda finale
Chi ha voluto la demolizione della Villa del Sole?
Chi ha scritto le carte, firmato le determine, chiuso gli occhi davanti ai vincoli?
Chi ha tradito la storia di Agrigento?
Noi di Report Sicilia continueremo a documentare. A resistere. A denunciare.
Perché chi ha distrutto un parco, non distruggerà la verità.
Giuseppe Di Rosa
Editore di Report Sicilia


