AGRIGENTO – Quella che sembrava un’emergenza passeggera si sta trasformando in un incubo quotidiano per i residenti del Villaggio Mosè. Dopo il primo allarme lanciato nei giorni scorsi e le rassicurazioni del sindaco, la realtà è purtroppo ben diversa: la nube tossica continua ad avvolgere il quartiere, rendendo l’aria irrespirabile e aumentando la paura tra chi vive nelle abitazioni circostanti.
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Una rassicurazione che non regge
Dopo lo scoppio dello scandalo, il sindaco aveva dichiarato che la situazione era sotto controllo e che le autorità stavano monitorando l’area. Ma le immagini e le testimonianze raccolte sul posto raccontano un’altra storia: il fumo acre persiste, si insinua nelle case e mette a dura prova la salute dei cittadini.
I residenti: “Siamo abbandonati”
La disperazione cresce di ora in ora. “Non possiamo aprire le finestre, non possiamo uscire, i bambini tossiscono e gli anziani stanno male” – denunciano i residenti. La paura più grande riguarda gli effetti a lungo termine di questa esposizione: quali conseguenze potrà avere respirare ogni giorno sostanze tossiche senza alcuna protezione?
Un problema di salute pubblica
Quella che era stata presentata come una criticità ambientale si configura oggi come una vera e propria emergenza sanitaria. La nube tossica non è solo un disagio: rappresenta un pericolo concreto per la salute pubblica. Per questo occorre un intervento immediato e trasparente, che non si limiti a rassicurazioni generiche ma dia risposte certe su:
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natura delle sostanze sprigionate,
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rischi per la popolazione,
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azioni concrete di bonifica e prevenzione.
L’appello
Agrigento non può permettersi di convivere con una nube tossica permanente. I cittadini chiedono chiarezza e sicurezza: serve un piano d’intervento urgente e la collaborazione di tutte le istituzioni competenti, dalla Prefettura all’ASP, fino alla Protezione Civile.
L’allarme è lanciato: non si tratta più di tranquillizzare l’opinione pubblica, ma di salvaguardare la vita e la salute delle persone.

