La villetta del Campo Sportivo di Agrigento, un tempo riportata al decoro grazie al lavoro volontario e alle spese personali del movimento Mani Libere, oggi versa nuovamente in condizioni vergognose. Le immagini più recenti mostrano un quadro impietoso: panchine distrutte, pavimentazione dissestata, sporcizia ovunque, fontana monumentale ridotta a un cumulo di calcare, alghe e rifiuti.
Un luogo che era stato restituito alla comunità torna ad essere abbandonato a sé stesso.
Panchine sbriciolate e marciapiedi dissestati: un pericolo per i cittadini
Le sedute in cemento armato, già restaurate anni fa dai volontari, oggi si presentano così:
-
lastre spezzate e pericolanti
-
ferri arrugginiti a vista
-
mattoni di sostegno frantumati
-
calcinacci sparsi sull’area pedonale
Un degrado che non è frutto di un evento improvviso, ma di una assenza prolungata di manutenzione.
La situazione è talmente compromessa da rappresentare un rischio reale per bambini, anziani e famiglie che ancora frequentano la piazza.
La fontana: da simbolo della piazza a monumento al degrado
La fontana centrale è forse l’elemento più emblematico della decadenza della villetta.
Le nuove fotografie parlano da sole:
-
struttura incrostata, annerita e corrosa
-
vasca piena di rifiuti, terriccio, bottiglie, plastica
-
rivestimenti scrostati
-
impianto idrico inesistente o non funzionante
-
nessun intervento di pulizia periodica
E pensare che proprio quella fontana, solo pochi anni fa, era stata riportata al suo aspetto originario grazie all’opera volontaria di chi aveva creduto che il bene pubblico potesse rinascere anche senza appalti milionari o passerelle politiche.
Dalla rinascita al crollo: quando l’incuria istituzionale cancella l’impegno dei cittadini
Il movimento Mani Libere, tra il 2018 e il 2020, aveva ripristinato:
-
fontana
-
panchine
-
aiuole
-
illuminazione perimetrale
-
tinteggiatura e pulizia dell’intera area
Tutto a proprie spese e senza alcun contributo pubblico.
Quell’intervento era stato accolto con entusiasmo dai residenti e aveva ridato vita a uno spazio che, per anni, aveva rappresentato un punto d’incontro per famiglie, anziani e giovani.
Oggi, invece, lo scenario è desolante: la piazzetta sembra una terra di nessuno.
Una domanda inevitabile: dov’era l’amministrazione?
Il degrado visibile oggi non è frutto di pochi mesi.
Richiede tempo, incuria, disattenzione e soprattutto assenza totale di manutenzione ordinaria, che è per legge responsabilità dell’ente proprietario: il Comune di Agrigento.
Le istituzioni hanno lasciato che un bene già recuperato e consegnato alla città marcisse nuovamente, cancellando di fatto l’impegno gratuito dei volontari.
In una città che si prepara a chiudere l’anno da “Capitale Italiana della Cultura”, lo spettacolo della Villetta del Campo Sportivo è semplicemente inaccettabile.
La città che produce volontari ma non manutenzione
Il caso della villetta del Campo Sportivo solleva una questione più ampia:
Qual è il senso di chiedere ai cittadini di impegnarsi se poi l’amministrazione non garantisce nemmeno la manutenzione minima degli spazi pubblici?
Ogni intervento civico, se non seguito da una gestione amministrativa costante, è destinato a diventare inutile.
Ed è frustrante per chi ha creduto in un percorso partecipato e concreto.
Una città si giudica anche dalle sue piazze
La villetta del Campo Sportivo non è un luogo qualunque:
è uno spazio storico del quartiere, davanti alla chiesa Don Guanella e accanto all’istituto scolastico frequentato ogni giorno da decine di famiglie.
Lasciarlo in queste condizioni significa:
-
negare il diritto a uno spazio pubblico dignitoso
-
rassegnarsi al degrado come normalità
-
tradire l’impegno civico degli anni passati
-
danneggiare l’immagine della città
Agrigento non può permettersi che i luoghi rigenerati dai cittadini vengano abbandonati dalle istituzioni.
La villetta è oggi il simbolo perfetto di un paradosso:
quando i cittadini fanno la loro parte, ma chi dovrebbe tutelare e mantenere il bene pubblico si volta dall’altra parte.
Non bastano inaugurazioni, slogan o titoli da Capitale della Cultura.
Serve cura quotidiana.
Serve responsabilità.
Serve rispetto per il lavoro di chi ama questa città più di chi la governa.












