La sindrome di Icaro, mutuata dal mito greco, racconta di un volo folle verso il sole che finisce in tragedia, una metafora che in psicologia descrive personalità narcisistiche, spesso in posizioni elevate, che sovrastimano i propri limiti e falliscono. Una rappresentazione fin troppo calzante per la classe politica che governa Agrigento da oltre 40 anni.
La città, con il suo immenso patrimonio culturale e naturale, avrebbe potuto rappresentare l’apice del turismo sostenibile e di qualità, ma le sue potenzialità sembrano bruciate da una gestione che spesso ha ignorato i pilastri fondamentali del marketing turistico:
Promozione della destinazione
Il primo pilastro del marketing turistico si concentra sulla creazione di un’immagine attraente della destinazione, mettendo in risalto le sue unicità e attrazioni principali. Agrigento ha nella Valle dei Templi un tesoro inestimabile, ma oltre questa perla, l’immagine complessiva della città resta offuscata da degrado urbano, infrastrutture carenti e servizi inesistenti. La promozione si limita a campagne occasionali e scollegate, incapaci di creare una narrazione coerente e attrattiva.
Esperienza del visitatore
Un turista che visita Agrigento dovrebbe vivere un’esperienza memorabile. Ma come può essere memorabile una città che accoglie i visitatori con strade dissestate, bagni pubblici inesistenti e una gestione del verde pubblico abbandonata? I turisti che si avventurano oltre la Valle dei Templi incontrano una realtà ben diversa da quella promossa: un centro storico svuotato, mancanza di segnaletica e un’offerta culturale frammentata. L’ospitalità eccellente è lasciata all’iniziativa privata, senza un supporto strutturale o coordinamento.
Sostenibilità
Questo pilastro è forse il più trascurato. La sostenibilità turistica non è solo uno slogan: significa preservare l’ambiente naturale, sostenere la cultura locale e garantire il benessere delle comunità ospitanti. Ad Agrigento, però, si continua a costruire senza una pianificazione coerente, mettendo a rischio paesaggi unici e ignorando l’importanza di proteggere le risorse che attraggono i visitatori. Il turismo sembra essere visto più come un’occasione per eventi spot che come una risorsa da coltivare con visione a lungo termine.
Il fallimento della classe politica
Agrigento non è vittima della mancanza di opportunità, ma della mancanza di una leadership capace. Per oltre quattro decenni, la politica locale ha dimostrato di essere priva di visione, incapace di cogliere le sfide e le opportunità del turismo moderno. Le risorse spese male, i progetti abbandonati e le promesse non mantenute hanno trasformato quella che poteva essere una capitale del turismo sostenibile in un esempio lampante di cattiva gestione.
Agrigento, come Icaro, sembra volare verso un obiettivo ambizioso, ma senza le basi necessarie per raggiungerlo. La speranza è che la città trovi presto una leadership in grado di fermare questa caduta, costruendo su quei tre pilastri fondamentali un turismo che possa finalmente volare alto senza bruciarsi.