Cerimonia sobria per l’80° anniversario: l’inno nazionale cantato dai bambini, la corona d’alloro al Monumento ai Caduti e autorità e cittadini uniti nel ricordo.
Agrigento, 25 aprile 2025 – Una cerimonia solenne ma allo stesso tempo sobria e sentita ha celebrato questa mattina la Festa della Liberazione a Villa Bonfiglio, nel cuore di Agrigento. Alle ore 10 in punto, presso il Monumento ai Caduti del parco, si è tenuta la tradizionale cerimonia istituzionale per l’80° anniversario della Liberazione d’Italia, alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose della provincia In prima fila erano presenti il prefetto e il sindaco di Agrigento, insieme a rappresentanti dell’Esercito e delle Forze dell’ordine, delle associazioni combattentistiche e dell’A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) L’evento si è svolto in un’atmosfera di raccoglimento particolare, rispettando l’invito alla sobrietà dovuto alla coincidenza con il lutto nazionale per la scomparsa di Papa Francesco: il programma originale è stato parzialmente ridimensionato per adeguarsi a questo clima di rispetto Nonostante ciò, la volontà di ricordare i caduti e i valori della Resistenza è emersa con forza in ogni momento della commemorazione.
La cerimonia e le voci dei giovani
Dopo i saluti iniziali, la cerimonia è entrata nel vivo con alcuni momenti di grande valore simbolico ed educativo. Gli studenti di Agrigento sono stati protagonisti attivi: una rappresentanza dell’Istituto Professionale “Nicolò Gallo” ha dato voce ad alcune testimonianze storiche toccanti, leggendo brani d’epoca tratti dai documenti dell’Archivio di Stato locale sulla giornata della Liberazione Le loro parole – memorie di guerra, di Resistenza e di speranza – hanno creato un ponte emotivo tra le giovani generazioni e chi 80 anni fa lottò per la libertà. Subito dopo, è arrivato uno dei momenti più attesi: il canto dell’Inno di Mameli eseguito dai più piccoli. Le note dell’inno nazionale sono risuonate nell’aria grazie alla Banda musicale comunale di Siculiana, mentre un coro di bambini dell’Istituto Comprensivo “Esseneto” ha intonato il canto con entusiasmo e compostezza. Nel video della manifestazione, si può vedere questo momento suggestivo: i bambini, alcuni con in mano bandierine tricolori, cantano all’unisono l’“Fratelli d’Italia” sotto lo sguardo commosso degli adulti, in un’immagine che riassume lo spirito della giornata. Le voci bianche unite a quelle degli studenti musicisti del Liceo Classico e Musicale “Empedocle”, che li hanno accompagnati, hanno suscitato un caloroso applauso collettivo
Momenti simbolici e partecipazione della città
La cerimonia ha visto una grande partecipazione popolare: decine di cittadini agrigentini, famiglie, associazioni e rappresentanze militari si sono radunati nel parco di Villa Bonfiglio per rendere omaggio ai caduti. Tra i momenti più solenni c’è stata la deposizione di una corona d’alloro ai piedi del Monumento ai Caduti, da parte delle autorità civili e militari schierate. Al suono struggente del “Silenzio” intonato da un trombettiere, tutti i presenti hanno osservato un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime della guerra. Questo gesto, ripetuto ogni anno, ha assunto oggi un tono ancor più raccolto: in rispetto del lutto nazionale, l’ordinaria cerimonia militare si è conclusa senza la consueta banda in parata, ma con il dovuto onore ai caduti e solo due brani musicali finali eseguiti dal coro polifonico “Sergio Alletto” insieme agli studenti musicisti Malgrado la sobrietà imposta dalle circostanze, l’intensità emotiva non è mancata. Molte persone avevano occhi lucidi durante l’esecuzione dell’inno e la posa della corona; alcuni veterani e rappresentanti dell’ANPI presenti hanno salutato militarmente di fronte al monumento, mentre i più giovani hanno appreso con rispetto il significato di quei gesti. La comunità agrigentina si è così stretta intorno ai suoi simboli, trasformando la celebrazione in un momento di unità intergenerazionale: anziani partigiani, autorità in fascia tricolore, genitori e bambini mano nella mano, tutti uniti dal ricordo e dalla gratitudine.
L’eredità storica del 25 Aprile
La Festa della Liberazione del 25 aprile porta con sé un profondo significato storico e civile per tutta l’Italia. Questa ricorrenza commemora il giorno del 1945 in cui il nostro Paese si liberò dall’occupazione nazifascista, ponendo fine a un ventennio di dittatura e agli orrori della guerra civile Ottant’anni dopo, il messaggio di questa giornata resta vivo: la libertà, la democrazia e la pace sono valori conquistati con il sacrificio di molti, e vanno difesi e coltivati ogni giorno. Come ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la Repubblica italiana è fondata su una Costituzione “figlia della lotta antifascista” nata dalla Resistenza Celebrando il 25 aprile, dunque, non si compie solo un rito istituzionale, ma si rinnova un patto morale con la storia nazionale, riconoscendo che i diritti e le libertà di cui godiamo oggi affondano le radici in quel momento liberatorio.
A conclusione della cerimonia di Agrigento, in un clima di gratitudine e memoria condivisa, le autorità hanno rivolto un pensiero di speranza alle nuove generazioni. “Il futuro della libertà è nelle mani dei giovani”, ha sottolineato il sindaco nel suo breve intervento, esortando i ragazzi presenti a fare tesoro degli insegnamenti della storia. Mentre il pubblico defluiva lentamente dal parco, con le note dell’Inno di Mameli ancora nella mente, rimaneva impressa l’immagine di una città unita nel ricordo. Ora e sempre Resistenza, come recita il motto nato dal dopoguerra, risuona ancora attuale: Agrigento l’ha onorato anche quest’anno, con semplicità, partecipazione e profondo rispetto, nel nome della Libertà.