Lo avevamo scritto a dicembre: non si trattava di un bando aperto e competitivo, ma di una sanatoria per regolarizzare occupazioni storiche. La determina dirigenziale n. 2019 lo conferma nero su bianco. La giunta Miccichè ha normalizzato l’abuso invece di ristabilire legalità e concorrenza.

Agrigento – Quando a dicembre 2024 pubblicammo l’articolo 👉 “Agrigento, sanatoria di abusi storici sul suolo pubblico: ma a quale scopo e per chi?”, in molti parlarono di “illazioni”, “interpretazioni forzate”, addirittura “attacchi strumentali”. Oggi però, con la pubblicazione della Determina Dirigenziale n. 2019 del 07/07/2025 Determina+Dirigenziale+2025-2019, firmata dall’ing. Alberto Avenia, abbiamo le prove inconfutabili: non si trattava affatto di un nuovo bando, ma di una sanatoria per regolarizzare occupazioni storiche sul suolo pubblico.

Si legge infatti chiaramente nel documento che:

  • Le quattro aree inserite nel “bando” (A21-A24) erano già occupate da anni in modo continuativo e da soggetti noti;

  • All’avviso pubblico hanno risposto esattamente quattro partecipanti: uno per ciascuna area, come se il bando fosse fatto su misura;

  • La determina non riporta alcun criterio di selezione o graduatoria concorrenziale: ognuno ha semplicemente ottenuto ciò che già occupava.

Tra le aree coinvolte:
📍 Viale della Vittoria angolo via Lauricella
📍 Via Imera angolo Pio La Torre
📍 Via XXV Aprile angolo Gioeni
📍 Piazzale ex Saiseb angolo via Scavo

Una mossa che sa tanto di regolarizzazione retroattiva più che di nuova assegnazione. E che conferma l’impianto dell’inchiesta di Report Sicilia, che parlava senza mezzi termini di una “sanatoria mascherata” per sistemare situazioni borderline senza passare da un confronto aperto, paritario e trasparente.

Viva la giunta Miccichè, verrebbe da dire con amara ironia. In cinque anni è accaduto di tutto: dal Piano Regolatore sparito ai cantieri partiti senza copertura, fino alle occupazioni sanate con discrezione.

Una politica che premia chi occupa abusivamente per anni e penalizza chi vorrebbe partecipare con regole chiare. Altro che Capitale della Cultura: qui si coltiva il primato dell’ambiguità amministrativa.

E adesso che la verità è scritta nero su bianco, chi si assumerà la responsabilità politica di queste scelte? La legalità non può essere “interpretata”, né affidata alle sanatorie dell’ultima ora.

Report Sicilia, come sempre, aveva visto giusto.

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