Via Atenea a rischio crollo, perizia in ritardo: il GIP attende risposte, ma la città trema e l’amministrazione sta a guardare
Agrigento – 26 novembre 2025. Era il giorno fissato per il deposito della perizia tecnica sull’ex ospedale crollato di via Atenea. Ma la relazione dell’ingegnere Fabio Neri – docente universitario incaricato dal GIP, dott.ssa Luisa Raimondo – non è arrivata.
La perizia, commissionata dopo il drammatico crollo avvenuto il 15 maggio scorso, avrebbe dovuto chiarire due aspetti cruciali:
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Le cause del disastro;
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Le opere urgenti di messa in sicurezza del muraglione e delle strutture ancora in piedi.
Nulla di tutto questo è stato consegnato oggi. Al contrario, il tecnico ha chiesto una proroga, adducendo difficoltà nell’accesso a documenti tecnici del Genio Civile e dell’impresa esecutrice. Una giustificazione che suona pretestuosa e rischia di aggravare la situazione.
Disastro colposo: sette gli indagati
La Procura della Repubblica di Agrigento, sotto la direzione del PM Alessia Failla, indaga per disastro colposo. Sono sette gli indagati, tra cui:
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Il rettore dell’Università di Palermo;
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Il direttore generale dell’Ateneo;
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Il responsabile tecnico dell’impresa;
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Altri dirigenti universitari e tecnici progettisti.
Tutti accusati di aver contribuito, con azioni o omissioni, al collasso strutturale dell’antico complesso nel cuore del centro storico.
Il nodo sicurezza: rischio domino su tutta la scalinata
Il muraglione crollato sostiene parte della scalinata superiore e dei magazzini sottostanti. Il rischio è che, in assenza di interventi immediati, un nuovo evento meteo possa provocare il crollo dell’intera scarpata. Ciò metterebbe in pericolo abitazioni, edifici e la stessa via Atenea.
«Se non si interviene subito – denuncia chi ha seguito la vicenda fin dall’inizio – dovrebbe essere chiusa d’urgenza l’intera area, compresa la via Atenea dalla Prosciutteria fino al Circolo Feace. Basta un forte nubifragio per far crollare tutto».
Una perizia sotto accusa: omissioni, contraddizioni e falsità
Abbiamo letto la perizia (47 pagine) depositata con estremo ritardo. Le sue criticità sono evidenti.
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Al punto 7.1, il prof. Neri descrive una vasca antincendio in cemento armato, lunga oltre 10 metri, che avrebbe dovuto essere realizzata nel chiostro. Ma afferma falsamente che “alla data del crollo le lavorazioni non erano iniziate”.
Falso. Lo scavo era già stato effettuato, come dimostrano foto, video e persino un messaggio WhatsApp dell’ingegnere Carruba – uno degli indagati – che conferma l’intenzione di installare la vasca proprio lì.
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Al punto 7.3, si parla di un ascensore in cemento armato con passerella in acciaio. Ma le foto mostrano che il muro perimetrale che avrebbe dovuto essere abbattuto era stato recentemente restaurato dalla Soprintendenza, rendendo il progetto incompatibile. Lo scavo, quindi, non poteva che servire alla vasca e non all’ascensore.
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Infine, la ricostruzione del crollo: il perito parla di uno scavo profondo 1-1,5 metri, ma le immagini smentiscono questa misura. Soprattutto, il prof. Neri attribuisce il crollo alle piogge del 15 maggio, quando in realtà non cadde una sola goccia. Le condizioni meteo erano secche, con semplice foschia. Lo confermano i bollettini ufficiali.
Perché il perito mente?
La domanda ora è: chi sta proteggendo l’ingegnere Neri? Il suo rinvio espone la città a gravi rischi e alimenta sospetti legittimi:
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Si vuole ritardare l’accertamento delle responsabilità?
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Si tenta di far prescrivere il reato?
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Oppure si cerca di coprire colpe evidenti?
Se il perito non relaziona subito almeno sulla messa in sicurezza, potrebbe essere lui stesso responsabile di futuri danni.
Il Comune che tace: perché non chiudere via Atenea?
Di fronte al rischio imminente, il sindaco di Agrigento dovrebbe chiudere preventivamente il tratto interessato di via Atenea e interdire i magazzini sottostanti. È impensabile che si resti in attesa della prossima tragedia per intervenire.
Articolo a cura di Report Sicilia
Per approfondire:
PERIZIA AGRIGENTO 26.11.2025_signed
Crollo ex ospedale via Atenea Agrigento: incidente probatorio e liquami tra le macerie
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