NELLE LOCALITA’ DI VILLEGGIATURA CIBI E BEVANDE CONSERVATI IN MODO SCORRETTO E LASCIATI PER ORE SOTTO AL SOLE

 TANASI: ECCO LE REGOLE D’ORO PER TUTELARE LA PROPRIA SALUTE E NON ROVINARSI LE VACANZE

In estate triplicano i casi di disturbi gastrointestinali causati da alimenti contaminati da microrganismi, le cosiddette infezioni, o da sostanze tossiche prodotte dagli stessi microrganismi (intossicazioni). Lo denuncia Francesco Tanasi Giurista e Segretario Nazionale Codacons.  

E’ assai frequente nelle località di villeggiatura anche italiane vedere cibi e bevande in vendita al pubblico lasciati ore e ore sotto al sole cocente – spiega Tanasi – Ma se nella preparazione o conservazione degli alimenti si trascurano le norme igieniche e le corrette procedure per il mantenimento degli alimenti e delle bevande, il rischio di intossicazioni per i consumatori aumenta in modo esponenziale. Un pericolo che costituisce anche un vero e proprio reato, in quanto chi mette in vendita cibi contaminati incappa nell’art. 444 del codice penale “Chiunque detiene per il commercio, pone in commercio ovvero distribuisce per il consumo sostanze destinate all’alimentazione … pericolose alla salute pubblica, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni).

Per tale motivo il Codacons chiede alle forze dell’ordine di svolgere controlli a tappeto presso gli esercizi commerciali, volti a garantire il corretto mantenimento di cibi e bevande e ridurre i rischi per i consumatori.

Tanasi diffonde inoltre un decalogo con i consigli utili per tutelarsi dai rischi alimentari estivi:

1)       Ristoranti. A pranzo, specie nei ristoranti che non conoscete, diffidate dei carrelli con cibi freddi, conservati a lungo a temperatura ambiente, specie se con gelatine, creme, maionese, mascarpone, salse e uova.

2)       Occhio all’aspetto! Controllate che non ci sia brina all’esterno delle confezioni surgelate, è indice di un cattivo mantenimento.

3)       Buttate i cibi le cui confezioni presentano un rigonfiamento. Prestate attenzione, in particolare, ai prodotti freschi come latte, mascarpone, creme…;

4)       Bibite. Non acquistate bottiglie d’acqua o bibite lasciate sotto i raggi del sole. Ricordate, infine, che anche le bibite hanno una scadenza: controllatela! Molti chioschi estivi, per smaltire le rimanenze dello scorso anno, vendono bibite già scadute.

5)       Frutti di mare. Non acquistate pesce e frutti di mare di dubbia provenienza e prendete cozze e vongole solo se contenute in confezioni sigillate e avvolte da una retina di plastica e con un’etichetta che indica peso e scadenza dei frutti di mare. Ricordate che i frutti di mare possono essere conservati al massimo per 4 giorni, alla temperatura di 6°C, quindi, in frigorifero. Per il pesce ricordatevi di analizzare sempre anche il colore, l’odore e l’aspetto generale.

6)       Congelatori. Nei bar e nei negozi non acquistate prodotti se il congelatore è stracolmo di roba. Per una corretta conservazione, infatti, i prodotti non devono mai superare un certo carico. Meglio, poi, i freezer con gli sportelli chiusi (solitamente verticali).

7)       Gelati in spiaggia. A differenza dei cibi congelati, quelli surgelati hanno dei cristalli di ghiaccio più piccoli, microscopici. Se, quindi, notate che l’alimento ha dei cristalli di ghiaccio più grandi, della brina, questo può essere un sintomo dell’interruzione della catena del freddo. Insomma, se il gelato perde la sua compattezza e cremosità e diventa come la brina: buttatelo!

8)       Igiene. Non consentite al negoziante di toccare il prosciutto con le mani: esistono le apposite palette. Stesso discorso se chiedete un panino al bar o se vi servono una bibita prendendo il bicchiere dall’alto. Se poi il negoziante serve i clienti ma sta anche alla cassa, chiamate i vigili!

9)       Ambulanti. Non acquistate nessun prodotto deteriorabile da carrettini ambulanti privi di celle frigorifere adeguate alla conservazione degli alimenti.

10)    Scadenze. Controllate sempre la data di scadenza di tutti gli alimenti.

Un ultimo consiglio. Denunciate tutte le situazioni anomale alle Forze dell’ordine della zona. Se nel villaggio turistico o nell’albergo in cui siete contraete una intossicazione alimentare, rivolgetevi al Codacons per chiedere i danni.

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