Dopo la risposta dell’Assessore Regionale ai Beni Culturali, Roberto Scarpinato, durante il Question Time presso l’Assemblea Regionale Siciliana, su sollecitazione del deputato Ismaele La Vardera, il CODACONS torna a sollevare interrogativi e preoccupazioni riguardo la gestione delle opere presso la Villa del Sole di Agrigento. La vicenda, che riguarda la demolizione del patrimonio arboreo e la costruzione di una scuola materna con annesso polo per l’infanzia, si scontra con le rigide norme di tutela paesaggistica e urbanistica imposte sull’area.
La Villa del Sole, identificata come “Città Antica” e perimetrata come Centro Storico dal Piano Paesaggistico della Provincia di Agrigento approvato con Decreto n. 64/GAB del 30 settembre 2021, rientra in una zona di grande valore storico e ambientale, con vincoli stringenti ai sensi del D.Lgs. 42/2004 e del DM del 12 giugno 1957. Tali norme impediscono la realizzazione di opere che modifichino il contesto paesaggistico e la destinazione d’uso senza autorizzazioni preventive da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali.
Nonostante le rassicurazioni fornite dall’Assessore Scarpinato, emergono forti dubbi sull’effettiva coerenza delle azioni intraprese dal Comune di Agrigento e dalla Soprintendenza stessa. Giuseppe Di Rosa, Responsabile Regionale del Dipartimento Trasparenza Enti Locali del CODACONS, ha denunciato più volte le irregolarità riscontrate, sottolineando come la demolizione degli alberi e la successiva costruzione della scuola siano avvenute senza le necessarie autorizzazioni paesaggistiche.
Irregolarità nella gestione del cantiere e la mancata trasparenza
La vicenda ruota attorno a diversi punti critici. In primo luogo, la mancanza di trasparenza da parte del Comune di Agrigento nella pubblicazione degli atti relativi ai lavori. In secondo luogo, la Soprintendenza, che avrebbe rilasciato un’autorizzazione tardiva solo a marzo 2024, ignorando i rigidi vincoli di tutela previsti dalle precedenti normative. Infine, la variante urbanistica approvata dal Consiglio Comunale non rispetta le prescrizioni del Piano Paesaggistico, che impone un adeguamento urbanistico per la conservazione del tessuto storico, precludendo la possibilità di nuove edificazioni.
Nel quadro delle numerose denunce presentate dal CODACONS, emerge anche un altro interrogativo centrale: “Come mai nessuna delle forze di polizia o la Soprintendenza è intervenuta dal nostro primo esposto, presentato nei primi giorni di dicembre, fino al 25 marzo?”. La domanda sottolinea l’inerzia delle autorità locali, che avrebbero dovuto fermare i lavori “abusivi” prima della devastazione del sito storico.
Un bene pubblico irrimediabilmente compromesso?
La Villa del Sole non è solo un’area di interesse paesaggistico. Storicamente, l’area fu sede della Caserma Militare Francesco Crispi, costruita alla fine del XIX secolo sui resti del Convento dei Frati Cappuccini. Dopo lunghe trattative, l’area venne ceduta al Comune di Agrigento, diventando un bene pubblico di rilevante importanza per la città. La Cassazione Penale ha più volte ribadito che gli spazi urbani all’interno dei centri storici, come la Villa del Sole, sono beni culturali tutelati per legge, anche senza una specifica dichiarazione di interesse storico-artistico.
La distruzione di un sito così importante per fare posto a edifici in cemento armato è vista da molti come una violazione grave delle norme di tutela paesaggistica e storica. Le stesse sentenze della Cassazione, tra cui la n. 31758/2020 e la n. 31521/2020, affermano che spazi come la Villa del Sole non possono essere alterati o adibiti a usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico, pena il rischio di deterioramento o distruzione irreversibile del bene.
Il CODACONS chiede il sequestro del cantiere
Il CODACONS, attraverso il suo rappresentante Giuseppe Di Rosa, ha quindi inoltrato una formale richiesta di sequestro preventivo del cantiere alla Procura della Repubblica di Agrigento. L’associazione chiede un controllo ispettivo urgente per accertare le irregolarità commesse e garantire che vengano adottate misure per il ripristino del rispetto della normativa vigente.
Giuseppe Di Rosa ha ribadito: “Il patrimonio storico e paesaggistico di Agrigento è un bene comune inestimabile, e non possiamo permettere che venga compromesso per interessi che non tengono conto delle norme di tutela vigenti”. Il CODACONS, già in prima linea per la difesa dei cittadini e del territorio, continuerà a monitorare la situazione e a denunciare ogni abuso in difesa della collettività.
Agrigento si trova ora al centro di una vicenda che rischia di lasciare cicatrici indelebili nel suo tessuto urbano e culturale. L’intervento delle autorità è fondamentale per evitare che ulteriori danni vengano inflitti a un patrimonio che dovrebbe invece essere valorizzato e protetto per le generazioni future.






































