Ad Agrigento, il tema del decoro urbano e dell’occupazione del suolo pubblico ha assunto negli ultimi mesi i contorni di una vera e propria caccia alle streghe, con controlli stringenti e sanzioni che stanno mettendo in ginocchio commercianti e operatori economici. Tuttavia, il vero scandalo non sta nei controlli di oggi, ma nel lassismo voluto e praticato dalla stessa amministrazione che, negli oltre quattro anni precedenti, ha contribuito a creare il caos odierno.
Secondo il Codacons, che ha inviato una lettera al Sindaco, al Prefetto e agli Assessori competenti, la situazione è frutto di una gestione complice e disordinata, in cui le regole sono state ignorate e le violazioni tollerate, spesso in favore degli amici del potente di turno. Questo atteggiamento, che ha caratterizzato gran parte del mandato dell’amministrazione, ha portato al proliferare di strutture e attività non conformi, fino a rendere Agrigento un simbolo di illegalità commerciale e disordine amministrativo.
Un lassismo sistemico e voluto
Non si tratta di semplice disorganizzazione, ma di una tolleranza sistematica e deliberata. Per anni, l’amministrazione ha scelto di chiudere entrambi gli occhi su abusi palesi, permettendo l’installazione di strutture arbitrarie, spesso senza autorizzazioni o in violazione dei regolamenti vigenti. Questa gestione compiacente ha favorito un clima di anarchia commerciale, che oggi viene combattuto con metodi rigidi e tardivi, ma che è stato creato dalle stesse autorità che ora lo reprimono.
Via Atenea: il simbolo di una movida distrutta
Durante una recente visita in via Atenea, il Codacons ha documentato una realtà desolante: l’80% dei locali chiusi, pochi avventori e un’atmosfera di abbandono. Gli esercenti rimasti raccontano di essere disperati per i continui controlli, le multe e la mancanza di sostegno. La movida agrigentina, che un tempo rappresentava un centro vitale di aggregazione sociale e turistica, è stata distrutta proprio da chi ha permesso per anni un’anarchia senza regole, per poi cambiare improvvisamente strategia e colpire duramente gli stessi operatori economici.
Il caso dei mercati rionali
Anche i mercati rionali sono un esempio lampante di questa gestione disastrosa. La maggior parte degli operatori lavora senza autorizzazioni, in strutture non conformi e in spazi occupati arbitrariamente. Per anni, questa situazione è stata tollerata, creando un sistema fuori controllo. Oggi, invece, si interviene con controlli tardivi, che colpiscono solo gli ultimi anelli della catena, lasciando impuniti i veri responsabili.
Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025: un’occasione sprecata?
Con l’avvicinarsi del 2025, l’amministrazione cerca di presentare una città “ripulita”, ma lo fa a scapito del tessuto economico locale. Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 non può diventare il pretesto per coprire anni di connivenza e immobilismo amministrativo.
Le richieste del Codacons
- Chiarezza sulle responsabilità: L’amministrazione deve spiegare perché ha tollerato e agevolato situazioni di abuso per oltre quattro anni.
- Stop ai favoritismi: È necessario garantire un trattamento equo per tutti, mettendo fine a un sistema di privilegi e agevolazioni per gli “amici del potente di turno”.
- Piano di regolarizzazione trasparente: Serve un piano che coinvolga tutti gli attori economici, senza penalizzare chi è stato indotto a operare in un contesto di anarchia amministrativa.
- Un dialogo aperto: Il Comune deve collaborare con le associazioni di categoria per trovare soluzioni condivise e sostenibili.
Conclusioni
Agrigento non può continuare a pagare il prezzo di una gestione irresponsabile e complice. La città deve affrontare con serietà il tema del decoro urbano e della legalità, ma non si può chiedere ai commercianti di sopportare da soli il peso di anni di lassismo deliberato e connivenza. È tempo di assumersi le responsabilità e di costruire una città che rispetti le regole senza sacrificare il suo tessuto economico e sociale.
Il Codacons continuerà a vigilare, denunciando ogni abuso e chiedendo trasparenza su una gestione che finora ha dimostrato solo disordine e favoritismi.

