Roma, 22 gennaio 2025 – L’indagine indipendente “Acque Senza Veleni” condotta da Greenpeace Italia ha rivelato dati allarmanti: il 79% dei campioni di acqua potabile analizzati è risultato contaminato da PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche). L’organizzazione ambientalista ha presentato oggi la prima mappa nazionale che documenta la diffusione di queste pericolose sostanze nelle acque potabili italiane, raccolte in 235 comuni di tutte le regioni e province autonome tra settembre e ottobre 2024.
Le molecole più diffuse sono il cancerogeno PFOA (47% dei campioni), il composto a catena ultracorta TFA (40% dei campioni) e il possibile cancerogeno PFOS (22% dei campioni). La situazione è particolarmente critica in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Sardegna e Umbria, dove sono stati registrati i livelli più elevati.
Un inquinamento diffuso e pericoloso
Secondo i risultati dell’indagine, almeno tre campioni per regione hanno evidenziato la presenza di PFAS, con eccezione della Valle d’Aosta, dove i due campioni analizzati sono risultati entrambi contaminati. Tra le città maggiormente colpite figurano Milano, Torino, Ferrara, Genova, Arezzo, Olbia e Perugia. In particolare, il comune di Castellazzo Bormida (AL) ha registrato il livello più elevato di TFA (539,4 ng/l), seguito da Ferrara (375,5 ng/l) e Novara (372,6 ng/l).
L’Italia si trova in una situazione di grave ritardo rispetto ad altri Paesi europei e agli Stati Uniti. Confrontando i dati raccolti con i limiti vigenti in altre nazioni, emerge che il 41% dei campioni italiani supera i parametri danesi e il 22% quelli statunitensi.
La normativa europea e le lacune italiane
Dal gennaio 2026, in Italia entrerà in vigore la direttiva europea 2020/2184, che imporrà limiti normativi alla presenza di PFAS nelle acque potabili. Tuttavia, gli standard europei sono considerati insufficienti da enti scientifici come l’EFSA, che raccomanda limiti molto più bassi per proteggere la salute umana.
Greenpeace denuncia che, nonostante la gravità della contaminazione, il governo italiano non ha ancora adottato misure adeguate per vietare l’uso e la produzione di PFAS. Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, ha dichiarato: «Il governo Meloni deve rompere il silenzio su questa crisi: la popolazione ha diritto a bere acqua pulita, libera da veleni e contaminanti».
PFAS: gli “inquinanti eterni”
I PFAS sono utilizzati in numerosi processi industriali e beni di consumo per le loro proprietà idro- e oleo-repellenti. Tuttavia, queste sostanze, spesso definite “inquinanti eterni”, si degradano molto lentamente, accumulandosi nell’ambiente e nei tessuti umani. Studi scientifici collegano l’esposizione ai PFAS a gravi rischi per la salute, tra cui cancro, interferenze endocrine e danni al sistema immunitario e alla fertilità.
Le richieste di Greenpeace
Greenpeace Italia ha lanciato una petizione, sottoscritta da oltre 136 mila persone, per chiedere al governo italiano di mettere al bando i PFAS e promuovere alternative sicure. L’organizzazione sollecita inoltre un rafforzamento della normativa europea e un impegno concreto per azzerare la contaminazione.
Conclusione
La mappa presentata oggi da Greenpeace rappresenta un allarme e un appello all’azione per le autorità italiane. La salute pubblica e la protezione dell’ambiente non possono più essere ignorate. È tempo che l’Italia adotti misure decisive per garantire a tutti l’accesso a un bene primario: l’acqua pulita.
Per approfondire i dati e leggere il rapporto completo, visita il sito di Greenpeace Italia: Acque Senza Veleni.







