Ci sono verità che arrivano lentamente, ma quando arrivano pesano come macigni.
Il referto definitivo della Corte dei Conti sull’iniziativa Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 ha messo un punto fermo: il progetto non ha prodotto l’impulso culturale, sociale ed economico promesso, non ha avuto ricadute strutturali e non ha realizzato gli obiettivi fondamentali dichiarati nel dossier di candidatura.
Un fallimento certificato, documentato e ora non più discutibile.
E questo, purtroppo, lo avevamo detto da tempo.
LE NOSTRE DENUNCE, NERO SU BIANCO, BEN PRIMA DEL CROLLO DELLA NARRAZIONE UFFICIALE
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18 aprile 2025: Report Sicilia pubblicava «Agrigento Capitale della Cultura – un progetto insostenibile e una truffa alle altre città candidate». 
 Scrivevamo che il progetto era costruito su promesse senza basi, su una retorica celebrativa e priva di infrastrutture di supporto.
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Ancora prima, nell’articolo «Agrigento 2025: Un progetto ambizioso o un’illusione?», avevamo evidenziato l’incompatibilità tra annunci e realtà dei fatti. 
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Già il Codacons, guidato da Giuseppe Di Rosa, aveva chiesto trasparenza sui budget, sui contratti e sulla governance, con l’articolo: 
 «Agrigento Capitale della Cultura 2025 – Il Codacons chiede trasparenza a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno».
Quelle domande non hanno mai ricevuto risposta.
E oggi la Corte dei Conti ne certifica la fondatezza.
COSA DICE LA CORTE DEI CONTI (pagg. 191–196 del referto definitivo)
La Sezione di controllo afferma:
Non esistono evidenze che l’iniziativa abbia prodotto coesione sociale, sviluppo economico o miglioramento del benessere collettivo.
Le opere e i servizi indicati nel dossier non sono stati realizzati o non sono stati coordinati con l’iniziativa.
Il modello organizzativo non ha garantito efficacia, efficienza né continuità.
Tradotto:
Agrigento Capitale della Cultura è stata un’enorme occasione sprecata.
E MENTRE LA CORTE CERTIFICA IL FALLIMENTO… IL SINDACO PARLA DI SUCCESSO
Appena pochi giorni fa, il Sindaco Francesco Miccichè ha dichiarato:
«Agrigento 2025 è un successo. Le critiche sono solo stampa avversa alla città. Mi ricandido per completare il percorso».
Non una parola:
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sugli errori documentati, 
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sulle opere non realizzate, 
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sui servizi mancati, 
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sul fatto che la città non è stata preparata per l’evento. 
Il sindaco non risponde agli atti.
Prova a rispondere alle opinioni.
Ma le carte, oggi, non sono opinioni.
PERCHÉ OGGI QUELLA NARRAZIONE NON REGGE PIÙ
Quando la Corte dei Conti scrive che:
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gli obiettivi non sono stati raggiunti 
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le infrastrutture non sono state completate 
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la città non ha beneficiato dell’anno di capitale 
Allora parlare di successo significa esercitare negazione politica, non amministrazione.
Il Sindaco può dire ciò che vuole.
Ma i documenti parlano la lingua dei fatti.
E i fatti confermano ciò che Report Sicilia e Giuseppe Di Rosa hanno denunciato da oltre due anni.
**LA DOMANDA NON È PIÙ “SE” C’È STATO UN FALLIMENTO.
MA CHI NE RISPONDERÀ.**
Chi ha:
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redatto un dossier privo di pianificazione reale? 
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venduto un evento come “rigenerazione della città” senza rigenerare nulla? 
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spostato milioni di euro senza costruire infrastrutture durature? 
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promesso un’eredità culturale che non esiste? 
I cittadini hanno diritto a una risposta.
Non a nuovi slogan.
Agrigento non ha perso una festa.
Ha perso una possibilità storica di cambiare destino.
E quando un’intera comunità perde un’occasione così grande in nome dell’immagine,
chi governa non può limitarsi a dire:
“È tutto un successo, la colpa è della stampa”.
No.
La stampa ha fatto il suo dovere.
La Corte dei Conti ha fatto il suo dovere.
Ora tocca alla politica assumersi le responsabilità.
E non ricandidarsi come se nulla fosse accaduto.


 
 