Ci sono verità che arrivano lentamente, ma quando arrivano pesano come macigni.
Il referto definitivo della Corte dei Conti sull’iniziativa Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 ha messo un punto fermo: il progetto non ha prodotto l’impulso culturale, sociale ed economico promesso, non ha avuto ricadute strutturali e non ha realizzato gli obiettivi fondamentali dichiarati nel dossier di candidatura.

Un fallimento certificato, documentato e ora non più discutibile.

E questo, purtroppo, lo avevamo detto da tempo.


LE NOSTRE DENUNCE, NERO SU BIANCO, BEN PRIMA DEL CROLLO DELLA NARRAZIONE UFFICIALE

Quelle domande non hanno mai ricevuto risposta.
E oggi la Corte dei Conti ne certifica la fondatezza.


COSA DICE LA CORTE DEI CONTI (pagg. 191–196 del referto definitivo)

La Sezione di controllo afferma:

Non esistono evidenze che l’iniziativa abbia prodotto coesione sociale, sviluppo economico o miglioramento del benessere collettivo.

Le opere e i servizi indicati nel dossier non sono stati realizzati o non sono stati coordinati con l’iniziativa.

Il modello organizzativo non ha garantito efficacia, efficienza né continuità.

Tradotto:
Agrigento Capitale della Cultura è stata un’enorme occasione sprecata.


E MENTRE LA CORTE CERTIFICA IL FALLIMENTO… IL SINDACO PARLA DI SUCCESSO

Appena pochi giorni fa, il Sindaco Francesco Miccichè ha dichiarato:

«Agrigento 2025 è un successo. Le critiche sono solo stampa avversa alla città. Mi ricandido per completare il percorso».

Non una parola:

  • sugli errori documentati,

  • sulle opere non realizzate,

  • sui servizi mancati,

  • sul fatto che la città non è stata preparata per l’evento.

Il sindaco non risponde agli atti.
Prova a rispondere alle opinioni.
Ma le carte, oggi, non sono opinioni.


PERCHÉ OGGI QUELLA NARRAZIONE NON REGGE PIÙ

Quando la Corte dei Conti scrive che:

  • gli obiettivi non sono stati raggiunti

  • le infrastrutture non sono state completate

  • la città non ha beneficiato dell’anno di capitale

Allora parlare di successo significa esercitare negazione politica, non amministrazione.

Il Sindaco può dire ciò che vuole.
Ma i documenti parlano la lingua dei fatti.
E i fatti confermano ciò che Report Sicilia e Giuseppe Di Rosa hanno denunciato da oltre due anni.


**LA DOMANDA NON È PIÙ “SE” C’È STATO UN FALLIMENTO.

MA CHI NE RISPONDERÀ.**

Chi ha:

  • redatto un dossier privo di pianificazione reale?

  • venduto un evento come “rigenerazione della città” senza rigenerare nulla?

  • spostato milioni di euro senza costruire infrastrutture durature?

  • promesso un’eredità culturale che non esiste?

I cittadini hanno diritto a una risposta.
Non a nuovi slogan.

Agrigento non ha perso una festa.
Ha perso una possibilità storica di cambiare destino.

E quando un’intera comunità perde un’occasione così grande in nome dell’immagine,
chi governa non può limitarsi a dire:

“È tutto un successo, la colpa è della stampa”.

No.
La stampa ha fatto il suo dovere.
La Corte dei Conti ha fatto il suo dovere.
Ora tocca alla politica assumersi le responsabilità.

E non ricandidarsi come se nulla fosse accaduto.