L’annunciata rivoluzione nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione “Agrigento Capitale della Cultura 2025” da parte del Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, rischia di trasformarsi in un vero e proprio terremoto politico e gestionale. Secondo indiscrezioni, Schifani avrebbe già chiesto le dimissioni del presidente della Fondazione, che però avrebbe categoricamente rifiutato, affermando di non volere diventare il parafulmine per tutte le problematiche emerse finora.
La convocazione a Palermo: una resa dei conti?
A seguito di questa presa di posizione, sembra che Schifani abbia convocato a Palermo l’intero Consiglio di Amministrazione della Fondazione, insieme alla Giunta regionale, per discutere sul da farsi. La situazione appare tesa, e gli sviluppi sono attesi con grande interesse. Conoscendo l’approccio deciso di Schifani nelle sue ultime “cabine di regia”, non si esclude che il Presidente della Regione possa agire d’impulso, azzerando completamente l’attuale assetto della Fondazione.
Un colpo di spugna all’orizzonte?
Se questa ipotesi si concretizzasse, si tratterebbe di una mossa drastica che metterebbe fine a un periodo di polemiche e difficoltà gestionali, ma aprirebbe nuovi scenari di incertezza per il progetto di Agrigento Capitale della Cultura 2025. Il rischio è che un azzeramento totale possa rallentare ulteriormente l’organizzazione di un evento già cruciale per il rilancio culturale e turistico della città e dell’intera regione.
Le tensioni dietro le quinte
La gestione della Fondazione ha già suscitato numerose critiche, con accuse di mancanza di trasparenza e competenza nella scelta dei membri del CdA. La presa di posizione del presidente della Fondazione, che si rifiuta di dimettersi, sembra riflettere un clima di tensione e disaccordo all’interno dell’organismo. L’intervento di Schifani punta chiaramente a garantire una maggiore competenza e professionalità nella guida di un progetto così ambizioso, ma il metodo rischia di sollevare ulteriori polemiche.
Cosa aspettarsi
Se Schifani deciderà di procedere con un colpo di spugna, l’intera governance della Fondazione potrebbe essere riorganizzata da capo, aprendo la strada a nuove nomine e a un cambio di rotta radicale. Tuttavia, una mossa del genere comporterebbe inevitabilmente delle ripercussioni politiche e operative, specialmente considerando i tempi stretti per la realizzazione delle iniziative legate al titolo di Capitale della Cultura.
Conclusione
La crisi che coinvolge la Fondazione “Agrigento Capitale della Cultura 2025” rappresenta un momento cruciale per il futuro del progetto. Da un lato, l’intervento di Schifani potrebbe portare nuova linfa e maggiore competenza; dall’altro, un azzeramento totale rischia di creare ulteriori ritardi e incertezze. La comunità agrigentina e siciliana osservano con apprensione gli sviluppi, sperando che le decisioni prese possano garantire il successo di un evento tanto atteso.

