Agrigento – A sette mesi dall’inizio di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, arriva – forse troppo tardi – un avviso pubblico per selezionare iniziative culturali da realizzare entro la fine dell’anno. Il Comune ha stanziato 300 mila euro per finanziare un massimo di 20 progetti, ognuno dei quali potrà ricevere fino a 15.000 euro IVA inclusa.

A poter partecipare alla selezione saranno soltanto gli enti e le associazioni iscritte al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore), già alla data di pubblicazione dell’avviso. Una condizione che restringe fortemente la platea dei beneficiari e rischia di lasciare fuori molte realtà culturali attive sul territorio ma non formalmente accreditate.

Il sindaco Francesco Miccichè, commentando la pubblicazione dell’avviso, ha dichiarato:

“L’Avviso appena pubblicato persegue il traguardo del pieno coinvolgimento della comunità agrigentina nell’attuazione del progetto di “Capitale Italiana della Cultura 2025”. E’ l’occasione per esaltare e valorizzare i talenti, le energie e le visioni che nascono nel nostro territorio. Invito tutti gli operatori culturali, le associazioni e le realtà attive a partecipare con entusiasmo, idee e passione: insieme possiamo costruire un programma ricco, inclusivo e capace di lasciare un segno profondo e duraturo nella città e nella provincia.”

Una dichiarazione che, tuttavia, suona più come una velata ammissione di colpa. Come si può parlare di “costruire un programma” a luglio, quando l’anno della Capitale della Cultura è iniziato a gennaio, e quando l’amministrazione e la Fondazione Agrigento 2025 avevano ben due anni di tempo per pianificare tutto nei dettagli?

L’impressione è che – come già anticipato da Report Sicilia nei precedenti articoli qui e quigli ultimi quattro mesi del 2025 si trasformeranno in una corsa affannosa al “tutto e subito”, con eventi distribuiti in modo disorganico e probabilmente poco incisivo, ma utili a “mostrare qualcosa”, magari in vista di futuri tornate elettorali.

I progetti potranno essere presentati entro il 4 agosto 2025, e dovranno concludersi entro il 31 dicembre. La selezione sarà affidata a una commissione formata da rappresentanti del Comune, della Fondazione e della società civile.

Torna in auge la logica del “panem et circenses”: tanti eventi, molti spettacoli, pochi effetti duraturi. Intanto, mentre il sindaco lancia appelli all’inclusione, resta irrisolta la questione di fondo: perché ad Agrigento la Cultura viene sempre gestita all’ultimo minuto?

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