C’erano una volta le parole… poi arrivarono le proroghe.

Una foto vale più di mille determine. E la foto che pubblichiamo oggi – che immortala Alfredo Consiglio, patron dell’Iseda, insieme al sindaco di Agrigento Francesco Miccichè all’inaugurazione di un’attività privata riconducibile alla stessa famiglia – racconta molto di più di quanto si possa scrivere con mille atti.

Quella stessa azienda, infatti, gestisce da anni il servizio di raccolta rifiuti nella Città dei Templi. E lo fa… in proroga.
Una, due, tre volte: la proroga è servita, come il caffè al bar.
E pensare che Miccichè in campagna elettorale definiva il contratto in essere un “capestro”.
Oggi, lo stesso contratto viene rinnovato senza batter ciglio. Anzi, col sorriso in passerella.

Unni nni putemu nesciri.
Letteralmente: “Da qui non si esce più”. E in effetti, a guardar bene, il sindaco invece di chiamare il collega della “Marina” (Porto Empedocle, cioè), pare aver preferito calarsi nei panni di un Nostromo del “servizio immondizia” in proroga permanente. Con tanto di cerimonia pubblica e sorrisi da album di famiglia.

Nel frattempo, la città affoga nei rifiuti, ma il bando nuovo non arriva mai. Si temporeggia, si rinvia, si organizza… si sorride. E la proroga, da eccezione, diventa consuetudine.

Siamo passati dal contratto capestro al cappio elettorale: una gestione che sa di immobilismo e opacità, mentre l’opposizione – quella vera, fatta dai cittadini – si chiede perché non si riesca a voltare pagina.

Ma a questo punto, più che voltare pagina, forse bisogna cambiare intero il libro. O il sindaco?


🔗 Per approfondire: Agrigento, raccolta rifiuti in proroga – Il Codacons denuncia l’immobilismo dell’amministrazione Miccichè

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