Il Comune di Agrigento ha emesso due ordinanze per il Paradise Pub: demolizione delle strutture e sospensione definitiva dell’attività in zona Punta Bianca.
Agrigento – Dopo giorni di attesa e polemiche, arrivano finalmente le ordinanze ufficiali sul Paradise Pub in contrada Drasi, area ricadente nella zona A dell’istituenda Riserva Naturale Orientata “Punta Bianca – Monte Grande – Scoglio Patella”.
Il 26 agosto 2025 il Comune ha firmato due distinti provvedimenti:
Ordinanza di demolizione e rimessa in pristino (prot. n. 20/2025) Ordinanza+omissis con cui si ordina al titolare dell’attività, Mirko Palumbo, e alla proprietaria del terreno, Maria Giovanna Bonsignore, di rimuovere entro 7 giorni tutte le strutture prefabbricate amovibili installate in seguito alla SCIA presentata al SUAP il 27 febbraio 2025. L’ordinanza richiama l’art. 27 del DPR 380/2001 e le norme di salvaguardia della L.R. 98/1981, che vietano espressamente la collocazione di manufatti nella zona A della riserva.
Ordinanza dirigenziale n. 228/2025 o+d+n,228-2025+omissis di sospensione immediata e definitiva dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande riconducibile alla ditta Palumbo. Il provvedimento richiama l’incompatibilità dell’attività con le norme della riserva e incarica Polizia Locale, Questura, Carabinieri e Guardia di Finanza di vigilare sull’esecuzione. L’atto è stato firmato dal dirigente del Settore V, ing. Alberto Avenia.
Le ordinanze confermano quanto già anticipato da Report Sicilia nei giorni scorsi, quando avevamo evidenziato la mancanza di provvedimenti pubblicati all’albo pretorio e la conseguente inefficacia degli atti preparatori allora diffusi.
Adesso la situazione cambia radicalmente: il Paradise Pub dovrà cessare l’attività e procedere alla rimozione delle strutture, con eventuale intervento sostitutivo del Comune in caso di inottemperanza.
La vicenda apre un nuovo fronte di dibattito: da un lato la necessità di tutelare un’area di pregio ambientale e paesaggistico, dall’altro le attività stagionali che in questi anni hanno operato nella zona, spesso in assenza di regole chiare e definitive.
Noi continueremo a seguire l’evoluzione, pubblicando eventuali ricorsi al TAR o altre iniziative legali che potrebbero scaturire da questa decisione.