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Dal 2020 al 2024 nessuna differenza: il Comune ordina la demolizione per opere “nuove” che nuove non sono

Ancora una volta ad Agrigento torna d’attualità la famosa espressione popolare: “unni vidi e unni svidi”, cioè “dove vedi e dove non vedi”.
Mentre in pieno centro storico, alla Villa del Sole, si costruisce in piena zona vincolata e nessuno vede nulla, e in via Atenea si installano strutture palesemente abusive senza che il Comune intervenga nemmeno dopo due anni dalle nostre denunce, ecco che l’amministrazione Miccichè colpisce altrove, dove non ci sono né abusi recenti né nuove costruzioni.

Il Comune di Agrigento, con provvedimento n. 26 del 20 ottobre 2025 Ordinanza+Omissis+TRE+A, ha emesso un’ingiunzione di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi nei confronti delle società Soambiente Srl e Tre A Immobiliare Srl, amministrate da Paolo e Salvatore Sodano, titolari dell’area in località Caos (foglio catastale 99, particelle 64, 167, 40 e foglio 103, part. 15).
L’atto, firmato dal dirigente del Settore V – Territorio e Ambiente, contesta presunti lavori eseguiti “in assenza di titoli abilitativi”, consistenti in:

  • livellamento di un’area coperta da materiale di cava bianco,

  • recinzione perimetrale con muretti, paletti in ferro e rete metallica,

  • installazione di quattro cancelli con basamento in cemento armato

    Ordinanza+Omissis+TRE+A

Secondo la relazione allegata, i rilievi risalgono a un sopralluogo congiunto del 25 giugno 2025 effettuato con la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, che ha poi sollecitato il Comune ad attivare le procedure previste dall’art. 31 del D.P.R. 380/2001.


Le immagini satellitari(sopra pubblicate) smontano la tesi dell’abuso recente

Abbiamo esaminato la stessa area, ripresa da Google Earth, in diverse annualità:

  • 23 maggio 2020: l’area appare già livellata, con lo stesso assetto morfologico e tracce evidenti di recinzioni e cancelli;

  • 14 maggio 2022: nessuna variazione significativa, se non una leggera crescita vegetale;

  • 31 maggio 2023: visibili gli stessi piazzali e materiali, ma nessuna opera edilizia nuova;

  • 2 marzo 2024: situazione pressoché identica, con la medesima conformazione triangolare, gli stessi accessi e lo stesso materiale di copertura.

Le immagini parlano chiaro: nessun mutamento strutturale tra il 2020 e il 2024.
Ciò che oggi viene indicato come “opera abusiva recente” era già esistente da anni — ben prima del sopralluogo del 2025.
Di conseguenza, la contestazione di un livellamento o di nuove recinzioni appare del tutto priva di riscontro documentale, almeno dalle fonti satellitari ufficiali.

Due pesi, due misure e il “Sistema Agrigento”

La vicenda del Caos non è solo un caso amministrativo: è il riflesso perfetto di quello che più volte abbiamo definito il “Sistema Agrigento”, quel meccanismo invisibile che determina chi deve essere colpito e chi, invece, deve essere protetto.

In questa città – dove la legge non è uguale per tutti, ma per pochi – si colpiscono con durezza operatori economici e imprenditori che non fanno parte di nessuna cerchia di potere, mentre si lasciano indisturbati cantieri ben più gravi e visibili, nel cuore della città, perfino accanto al Municipio.

Non è forse questo il vero nodo?
Che le ditte interessate, Tre A Immobiliare e Soambiente, non fanno parte del sistema, non godono di protezioni, e dunque diventano terreno facile per dimostrare un’apparente efficienza amministrativa?
Il “Sistema Agrigento” continua così a mostrare il suo volto più ipocrita: forte con i deboli, debole con i forti.

La documentazione prodotta dal Comune e le immagini satellitari mostrano una contraddizione evidente.
L’area oggetto dell’ordinanza non presenta nuove costruzioni o trasformazioni recenti, ma elementi preesistenti e stabili da anni.
Ancora una volta, Agrigento sembra vivere sotto la regola dell’arbitrio: “unni vidi e unni svidi”, dove ciò che non si vuole vedere semplicemente non esiste.