Agrigento – Scoppia la polemica sulla proposta di delibera n. 162 del 2025CC_162_2025 con cui l’amministrazione comunale intende concedere in gestione per vent’anni parte consistente del patrimonio immobiliare comunale, incluso il cimitero di Piano Gatta.
Il movimento civico Tutti Insieme per una Città Normale, sostenuto dalle associazioni Nuovo Millennio e Mani Libere, definisce l’operazione «uno scandalo e una svendita senza pudore».

Secondo i promotori, si tratta dell’ennesimo atto di una giunta ormai a fine mandato che, invece di limitarsi all’ordinaria amministrazione, «vincola le scelte future, ipotecando i prossimi vent’anni di gestione pubblica».

Di Rosa: “Stanno svendendo il patrimonio dei cittadini”

Durissimo il commento di Giuseppe Di Rosa, portavoce del movimento:

«È ormai evidente che questa amministrazione non ha mai avuto a cuore il bene pubblico. Hanno gestito male tutto — acqua, rifiuti, urbanistica, servizi sociali — e adesso vogliono legare mani e piedi a chi verrà dopo, mettendo all’asta il nostro patrimonio. Noi non ci stiamo e continueremo a denunciare questo scempio fino all’ultimo giorno».

Il simbolo del fallimento: il cimitero di Piano Gatta

Il cimitero comunale, già da tempo in condizioni di degrado e parzialmente transennato per rischio crolli, è diventato il simbolo di un’amministrazione accusata di incuria e abbandono.
Sui social si moltiplicano le denunce di cittadini esasperati che lamentano l’impossibilità di accedere ai luoghi dove riposano i propri cari.
«Il rispetto per i defunti è stato calpestato — si legge nella nota — e il Comune invece di intervenire sceglie di esternalizzare la gestione, senza un vero dibattito pubblico».

Fondi fermi dal 2016

A rendere ancor più grave la situazione, la rivelazione che dal 2016 il Comune ha in cassa circa 370 mila euro vincolati per interventi nel cimitero, mai utilizzati.
«Un fatto inaccettabile — sottolineano le associazioni — che dimostra come l’abbandono sia stato deliberato».

L’appello ai consiglieri: “Non approvate la delibera”

Il movimento lancia un appello diretto ai consiglieri comunali:

«Non si può svendere, a soli sei mesi dalla scadenza del mandato, un bene comunale che potrebbe generare utili per la collettività anziché essere trasformato in un affare per pochi».

Tutti Insieme per una Città Normale annuncia che continuerà a vigilare e a mobilitare i cittadini «affinché prevalgano buon senso, legalità e rispetto per i beni comuni».