La controversa demolizione della storica Villa del Sole, accompagnata dalla costruzione di un nuovo centro per l’infanzia, ha scatenato polemiche e sollevato seri interrogativi sulle procedure seguite e sulle irregolarità amministrative. La vicenda, che vede un investimento di 4 milioni di euro, sembra celare un sistema opaco e potenzialmente fraudolento, alimentando il sospetto che la mafia dai colletti bianchi continui a infiltrarsi nelle operazioni pubbliche, sfidando lo Stato e le istituzioni locali.

Il progetto, avviato con la demolizione della Villa del Sole, ha portato all’edificazione di una struttura abusiva in cemento armato, trasformando un’area storicamente destinata a verde pubblico in zona edificabile grazie a una contestata variante urbanistica. Questa operazione ha ignorato il Piano Paesaggistico Locale 28 Akragas, che impone restrizioni severe per proteggere il patrimonio paesaggistico, architettonico e culturale di Agrigento, compresa la famosa Valle dei Templi.

Le denunce del Codacons e l’intervento di Giuseppe Di Rosa NOTA STAMPA VILLA DEL SOLE LAVORI ABUSIVI CON LA COMPLICITA’ DI SOPRINTENDENZA ED ORGANI DI POLIZIA DEL 15.09.2024

Il Codacons, tramite Giuseppe Di Rosa, responsabile regionale del Dipartimento Trasparenza Enti Locali, ha presentato diverse denunce per sollecitare l’intervento delle autorità competenti. Tra le accuse principali spicca la falsificazione delle autorizzazioni necessarie, il mancato rispetto delle normative paesaggistiche e la grave mancanza di trasparenza nell’ottenimento dei finanziamenti pubblici.

Secondo Di Rosa, l’area è soggetta a numerosi vincoli paesaggistici, come confermato dal decreto del 12 giugno 1957 e dalle successive norme di tutela ambientale. Tuttavia, nonostante il rigido quadro normativo, i lavori sono proseguiti fino al 26 marzo scorso, senza che la Soprintendenza avesse ancora rilasciato l’autorizzazione definitiva, confermando così la violazione delle norme vigenti.

Un’area storicamente tutelata

La Villa del Sole, situata nel cuore del centro storico di Agrigento, rientra in una zona protetta da vincoli paesaggistici e architettonici che risalgono alla fine del XIX secolo. La Soprintendenza, in passato, aveva rilasciato autorizzazioni limitate per lavori di manutenzione straordinaria, senza mai compromettere la visione panoramica o il valore storico del luogo. È dunque incomprensibile come sia stato possibile, nel 2024, approvare un progetto così invasivo e in netto contrasto con le precedenti restrizioni.

Un appello per la trasparenza

Il Codacons ha chiesto, con fermezza, una conferenza stampa congiunta tra i vertici del Comune di Agrigento e la Soprintendenza per chiarire la regolarità dei lavori. Di Rosa dichiara: “La trasparenza è l’unico strumento per restituire fiducia ai cittadini e smentire le accuse di infiltrazioni mafiose in questo territorio già fragile. Non possiamo permettere che sospetti di irregolarità minino la lotta contro la cultura mafiosa, che dovrebbe essere una priorità assoluta per Agrigento.”

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