Ogni anno migliaia di agrigentini, emigrati per trovare un futuro migliore, fanno ritorno alla loro città d’origine per riabbracciare le proprie famiglie. Ma quello che dovrebbe essere un momento di gioia e ristoro si trasforma spesso in una vera e propria odissea. Il caso riportato da una ragazza, emigrata per lavoro, racconta una storia di grande delusione e rabbia: un ritorno alla propria terra segnato da gravi carenze nei servizi essenziali e da un ambiente urbano sempre più degradato.

Il caso dell’acqua è emblematico. Durante il suo soggiorno di 15 giorni, la ragazza ha avuto accesso all’acqua corrente solo due volte. Il resto del tempo è stato caratterizzato da sforzi logoranti per trasportare bidoni d’acqua e cercare ospitalità da parenti per una semplice doccia. Una situazione che non solo ha generato malumore e fatica, ma ha anche creato un senso di vergogna nel dover accogliere degli ospiti provenienti dal Nord Italia, i quali si sono ritrovati a vivere questi disagi direttamente. Per chi torna ad Agrigento, dove le risorse sono scarse e mal gestite, è difficile mantenere l’entusiasmo di mostrare le bellezze della propria terra quando la quotidianità si trasforma in una continua battaglia per ottenere servizi basilari.

A questo si aggiunge un panorama urbano desolante. La città è invasa da cumuli di rifiuti abbandonati in ogni angolo, sterpaglie che crescono senza controllo, e strutture pubbliche in evidente stato di abbandono. Ringhiere divelte, vestiti sparsi fuori dai contenitori per la raccolta degli abiti usati, segno di una scarsa comprensione o disinteresse verso il corretto smaltimento dei rifiuti. La situazione è talmente grave che chi torna, come la ragazza della nostra storia, si trova costretto a sconsigliare Agrigento come meta turistica, nonostante l’amore e il legame profondo che sente per la città.

Il contrasto tra i ricordi di una città viva e prospera e la realtà odierna è doloroso per gli emigrati. Tornare ad Agrigento non è solo una visita, è una necessità per rivedere genitori anziani e familiari, eppure, ogni anno, l’esperienza sembra peggiorare. Quella che un tempo era una città che offriva bellezza e accoglienza, oggi si presenta come una località senza servizi essenziali e con una qualità della vita sempre più compromessa.

La situazione, come evidenziato dalla testimonianza, fa riflettere sull’abbandono progressivo di Agrigento e di molte altre città siciliane. Non si tratta solo di mancanze infrastrutturali, ma di una mancanza di visione e cura che penalizza non solo i cittadini residenti, ma anche coloro che, nonostante la lontananza, mantengono un forte legame con la loro terra d’origine. Per gli agrigentini emigrati, tornare a casa diventa un’esperienza amara, tra disservizi e degrado, che porta inevitabilmente a chiedersi se un futuro di rinascita sia ancora possibile per questa città.

Agrigento, con il suo patrimonio storico e paesaggistico ineguagliabile, merita ben altro. Merita un piano di recupero serio, interventi infrastrutturali decisi e una gestione dei servizi adeguata. Solo così sarà possibile restituire dignità a una città che troppo spesso viene dimenticata, soprattutto da chi ha il dovere di amministrarla.

Il messaggio è chiaro: gli agrigentini emigrati non si arrendono, ma chiedono con forza un cambiamento per la loro terra. Una terra che continua a essere amata, nonostante tutto.

Articolo tratto da una lettera su Facebook da parte di : T.D.F. 

“Volge al termine la nostra vacanza agrigentina…”vacanza” si fa per dire!
Per noi, che siamo dovuti andare via per un futuro migliore, tornare ad Agrigento tutti gli anni è soprattutto una necessità , in quanto significa poter riabbracciare i nostri genitori che, diventati anziani, altrimenti non riusciremmo a vedere.
In questi 15 giorni tanto desiderati, attesi e sacrificati, abbiamo potuto godere della presenza dell’acqua, solo per due volte, con tutti i disagi del caso che hanno coinvolto anche due giovani del nord da noi ospitati nel quartiere di Fontanelle. Abbiamo accumulato stanchezza e malumore trasportando continuamente bidoni e confezioni di acqua, chiedendo a destra e a manca di poter fare una doccia a casa di parenti e infine ci siamo vergognati!
Amiamo la nostra Agrigento, ma d’ora in poi sconsiglieremo a chiunque di venire a trascorrere delle vacanze  in questa città che, oltre ad avere il problema dell’acqua, versa in condizioni pietose sotto tutti i punti di vista e ogni anno è sempre peggio.
Per strada si vedono cumuli di rifiuti di ogni genere, sterpaglie, ringhiere divelte, montagne di vestiti fuori dai contenitori per la raccolta degli abiti usati (di cui qualcuno evidentemente non ha compreso il funzionamento) e molto, molto, molto altro ancora. Tutto questo fa veramente rabbia e dispiacere!”

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