La notizia del trasferimento del prefetto Filippo Romano, deciso dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, arriva come un’altra tegola per Agrigento, a soli pochi mesi dall’inizio del 2025, anno in cui la città sarà Capitale Italiana della Cultura. Romano, insediatosi a maggio 2023, sarà sostituito dall’attuale prefetto di Foggia, Salvatore Caccamo.
Un mandato tra i più brevi nella storia recente
Con un incarico di soli 18 mesi, Filippo Romano diventa il prefetto meno longevo della provincia di Agrigento dal 2008 ad oggi. Guardando indietro nella storia della Prefettura agrigentina, solo due prefetti dal 1981 hanno avuto un incarico più breve rispetto a quello di Romano. Questo cambio di vertice a ridosso di un evento così importante per la città solleva preoccupazioni sulla continuità amministrativa, in un momento in cui Agrigento dovrebbe concentrare le energie su coordinamento e programmazione.
La complessità del ruolo in un territorio critico
Romano, originario di Messina, era entrato in carica tracciando priorità chiare per un territorio caratterizzato da forti criticità, tra cui il dissesto finanziario, la crisi idrica e la gestione della sicurezza. Inoltre, aveva giocato un ruolo significativo come commissario straordinario nei comuni di Canicattì e Racalmuto e aveva promosso l’apertura del Palazzo del Governo per eventi culturali, allineandosi all’obiettivo di Agrigento come Capitale della Cultura.
Tuttavia, i mesi recenti non sono stati privi di polemiche e difficoltà, soprattutto in relazione alla gestione della crisi idrica, ai problemi infrastrutturali e al rapporto con gli enti locali. Il suo trasferimento a Vicenza sembra giungere in un momento delicato, lasciando la città senza una figura di riferimento istituzionale in grado di garantire continuità.
Una tegola sulla Capitale della Cultura 2025
L’avvicendamento con Salvatore Caccamo, previsto per le prossime settimane, avviene proprio mentre Agrigento si prepara ad affrontare la sfida di rappresentare l’Italia come Capitale della Cultura nel 2025. Dopo gli ultimi accadimenti, come la crisi idrica, le polemiche sull’organizzazione degli eventi e il malcontento di diverse categorie sociali ed economiche, il cambio di prefetto appare come un’ulteriore incognita in un periodo che avrebbe richiesto stabilità e visione a lungo termine.
Il nuovo prefetto: una figura chiamata a rilanciare
Salvatore Caccamo, in arrivo dalla Prefettura di Foggia, erediterà una situazione complessa e dovrà immediatamente mettersi al lavoro per garantire un supporto istituzionale solido al territorio. La sua esperienza sarà fondamentale per affrontare le criticità già note e per evitare che l’anno della Capitale Italiana della Cultura si trasformi in un’occasione mancata per Agrigento.
Una riflessione sulla frequenza dei cambi
Questo cambio al vertice solleva anche una riflessione più ampia sulla frequenza dei trasferimenti dei prefetti ad Agrigento. La breve durata degli incarichi, come quello di Filippo Romano, rischia di compromettere la capacità di rispondere in modo organico e strategico alle problematiche di un territorio che richiede stabilità e continuità nelle decisioni. La speranza è che il nuovo prefetto possa affrontare con energia e determinazione le sfide che lo attendono, riportando serenità e fiducia nelle istituzioni.
Massimo Papalia (1º febbraio 1981 – 20 marzo 1983) | 2 anni e 50 giorni |
Paolo Sarullo (21 marzo 1983 – 8 ottobre 1984) | 1 anno e 7 mesi |
Vincenzo Tarsia (25 ottobre 1984 – 30 novembre 1989) | 5 anni ed 1 mese |
Pietro Massocco (1º dicembre 1989 – 31 agosto 1993) | 3 anni e 9 mesi |
Nicola Perna (13 settembre 1993 – 9 luglio 1995) | 1 anno e 10 mesi |
Natale D’Agostino (10 luglio 1995 – 14 luglio 1997) | 2 anni |
Giosuè Marino (15 luglio 1997 – 14 marzo 2000) | 1 anni e 8 mesi |
Ciro Lomastro (15 marzo 2000 – 6 dicembre 2001) | 1 anni e 9 mesi |
Nicola Simone (7 dicembre 2001 – 27 luglio 2003) | 1 anni e 7 mesi |
Fulvio Sodano (28 luglio 2003 – 11 gennaio 2005) | 1 anni e 5 mesi |
Bruno Pezzuto (12 gennaio 2005 – 21 gennaio 2007) | 2 anni |
Vittorio Saladino (22 gennaio 2007 – 9 gennaio 2008) | 1 anni |
Umberto Postiglione (10 gennaio 2008 – 17 agosto 2010) | 1 anni e 7 mesi |
Francesca Ferrandino (30 agosto 2010 – 30 novembre 2013) | 3 anni e 3 mesi |
Nicola Diomede (30 dicembre 2013 – 26 gennaio 2018) | 4 anni ed 1 mese |
Dario Caputo (26 gennaio 2018 – 7 aprile 2020) | 2 anni e 2 mesi |
Maria Rita Cocciufa (14 aprile 2020 – 2023) | 3 anni |
Filippo Romano (23 maggio 2023 – 25 Novembre 2024) | 1 anni e 6 mesi |