La sua carriera, ecletticamente articolata tra teatro, cinema e televisione, ha preso il via cinquant’anni fa: precisamente, il 26 luglio del 1975, con lo spettacolo “I Civitoti in Pretura” di Nino Martoglio, storico autore, sceneggiatore e regista originario di Belpasso.
Da allora, l’attore palermitano Antonio Ribisi La Spina non si è più fermato, anzi: il suo nome è legato al teatro di alto profilo, ma anche a significative interpretazioni sul grande e piccolo schermo, che raccontano la versatilità di un artista capace di passare con disinvoltura da pagine altissime di letteratura – Luigi Pirandello, Giovanni Verga, Joao Bethancourt e Diego Fabbri, per citarne solo alcuni – a esperienze cinematografiche quali “Baarìa” e soprattutto “La stranezza”, in cui, diretto da Roberto Andò, ha recitato in un cast all stars con nomi del calibro di Toni Servillo, Valentino Picone e Salvo Ficarra, passando per serie tv molto amate dal pubblico come “Makari” e “Il giovane Montalbano”.
L’attore torna ora al cinema con “Paradiso in vendita”, film scritto da Valerio e Stefano Brando Cugia di Sant’Orsola, Damiano Bruè e Lisa Riccardi e diretto da Luca Barbareschi.

“Le riprese – racconta l’autore in esclusiva a “Report Sicilia”- si sono svolte a Filicudi, tra i mesi di ottobre e novembre del 2023: ho vissuto nell’isola per un mese, ed è stata una bella esperienza condivisa con colleghi straordinari quali Donatella Finocchiaro, Lollo Franco e Domenico Centamore“.
La pellicola, già presentata in concorso all’edizione del 2024 della Festa del Cinema di Roma, è uscita nelle sale di tutta Italia lo scorso 24 luglio, con la distribuzione di Altre Storie.
La storia, in cui Antonio Ribisi La Spina interpreta uno dei tre pescatori del racconto, è ambientata a Fenicusa, immaginaria isola siciliana.
Il governo italiano, per superare una crisi finanziaria, decide di venderla ai francesi e il governo d’Oltralpe, a sua volta, spedisce nel luogo François Alarie, che cercherà di acquistare tutte le proprietà del territorio: case, barche, negozi e attività economiche.
Gli isolani sapranno però come contrapporsi al cinico disegno e alle manipolazioni oscure dell’uomo: la bellezza non è in vendita.

Oltre a Donatella Finocchiaro nel ruolo della combattiva sindaca di Fenicusa, nel cast figurano Bruno Todeschini nella parte del francese “invasore” e altri nomi di tutto rispetto come Domenico Centamore, Matteo Gulino, Martina Ziami, Ludovico Caldarera, Lollo Franco, Roberto Pizzo e Vincent Nemeth.
Un bel modo per celebrare il traguardo del mezzo secolo di una carriera nel segno dell’autorevolezza e della cultura, che lo ha visto anche nelle vesti di regista: il suo curriculum sconfinato parla di un amore forte e solido per il teatro popolare siciliano, che Antonio Ribisi La Spina ha esplorato, indagato e visitato negli anni, all’insegna di una ricerca sempre tesa alla perfezione.
Pur avendo calcato i palcoscenici di tutta Italia, l’attore rimane intimamente legato alla Sicilia ed è nell’isola che i suoi prossimi progetti prenderanno forma.
A breve, infatti, Antonio Ribisi La Spina tornerà a Trapani dove ridarà vita alla scuola di recitazione “Lee Strasberg”, la prima per professionisti in città: un’esperienza iniziata già negli anni scorsi ma interrottasi a causa del Covid, che ora rinasce con le migliori intenzioni, includendo anche il teatro per i bambini.
“Dalla scuola – afferma con orgoglio – sono usciti nomi già noti quali Roberto Salemi e Caterina Canino, attualmente sold out a Fondi, in provincia di Latina, con una commedia liberamente ispirata a un’opera di William Shakespeare”.
Attore schivo, considerato dalla critica tra i migliori dello scenario contemporaneo, Antonio Ribisi La Spina, pur convintamente ancorato alle proprie origini siciliane, non ha mai utilizzato i luoghi comuni della palermitanità e gli stereotipi territoriali per connotare la propria espressività.
Il suo è un linguaggio colto e ironico, che tocca vette altissime anche nel teatro civile.
Di recente, ha emozionato il pubblico a Sciacca, insieme all’attrice Veronica Bonaceto e al chitarrista Mario Taormina, con “Un canto per Francesca”, evento teatrale dedicato alla magistrata Francesca Morvillo, uccisa nella strage di Capaci con il marito Giovanni Falcone e gli uomini della scorta.
L’opera, della scrittrice palermitana Cetta Brancato, è messa in scena dalla cooperativa “Teatro Europa” di Marco Pupella e diretta da Martina Martines.
E, sempre a Sciacca, ha recitato in “Cecè” commedia in atto unico di Luigi Pirandello, lo scorso 23 luglio.
Pupella è un cognome che, nella vita artistica di Antonio Ribisi La Spina, ha avuto un ruolo molto importante.
Con Mario, straordinario capostipite della famiglia di attori e registi, Antonio Ribisi La Spina ha intrecciato la propria storia professionale per anni, fino alla dipartita nel 2023.
“Mi manca parlare con lui – afferma ricordando “I Malavoglia” adattati e diretti da Mario Pupella fin dal lontano 2007, in cui ha puntualmente recitato – e scherzare su chi di noi due fumasse di più”.

