La vignetta di Sergio Crimini, con il suo taglio ironico e pungente, ancora una volta coglie nel segno, trasformando un caso reale in una rappresentazione visiva che fa riflettere e sorridere amaramente. Al centro della scena, un tronco spezzato e deformato, con radici che sembrano gridare giustizia, si presenta all’Agenzia delle Entrate di Agrigento per pagare l’IMU, la TASI e la TARI della Villa del Sole, simbolo di un’ennesima assurdità amministrativa.

“Vinni a pagari l’IMU, a TASI e a TARI pi la Villa del Sole… E chinni sacciu iu… impiegavu anni pi arrinari cca’” dice il tronco, che rappresenta simbolicamente lo spirito e il ricordo della Villa, demolita in fretta per far posto a un progetto edilizio molto discusso. Dall’altra parte del bancone, l’impiegato replica, quasi esasperato: “Ma vidissi ca a Villa del Sole un’esisti cchiù”

La vignetta di Crimini non solo restituisce in modo satirico il paradosso di una demolizione che molti cittadini continuano a percepire come un abuso, ma richiama anche le recenti dichiarazioni del Sindaco di Agrigento, che aveva difeso a spada tratta il progetto, definendolo una “riqualificazione” della zona. Eppure, come già denunciato su Report Sicilia, quella che viene venduta come “riqualificazione” è in realtà una variante urbanistica controversa, priva di trasparenza e in aperta contraddizione con i vincoli paesaggistici che tutelano l’area.

La Villa del Sole, con le sue radici culturali e affettive, è ormai un ricordo, ma le sue “radici” figurative sembrano aver trovato voce nella vignetta, simbolo di un malcontento diffuso tra gli agrigentini. Il messaggio di Crimini è chiaro: anche di fronte alla cancellazione fisica di un luogo caro, la memoria collettiva e il senso di giustizia continuano a esistere, reclamando risposte e responsabilità.

E mentre si discute sulla legittimità del nuovo progetto, il vero dilemma rimane: che ne sarà delle radici di Agrigento, una città che sembra dimenticare la propria storia e identità, sacrificandole sull’altare di una modernità spesso miope?

Con la sua consueta maestria, Sergio Crimini ci invita a riflettere: chi pagherà davvero il prezzo di queste scelte amministrative?

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