Agrigento, agosto 2025 – Mancano solo quattro mesi alla conclusione dell’anno da “Capitale Italiana della Cultura” e il fallimento di Agrigento 2025 è ormai evidente. I cantieri sono rimasti sulla carta, i grandi eventi hanno perso consistenza, la provincia è stata esclusa, e a pagare il prezzo più alto è il turismo, ridotto in ginocchio da promesse mai mantenute.

In questo quadro già devastante, spicca un caso emblematico: quello del sindaco di Lampedusa Filippo Mannino.


Mannino: il sindaco evaporizzato

Abbiamo più volte cercato di intervistare Mannino, inviandogli missive e richieste ufficiali per capire quale sia stato realmente il ruolo di Lampedusa in questa candidatura. Non abbiamo mai ricevuto risposta. Il sindaco si è letteralmente negato, sottraendosi a qualsiasi chiarimento.

Un comportamento che pesa come un macigno: se davvero fosse stato vittima di esclusione, perché non dirlo chiaramente? Perché evaporare, invece di raccontare ai cittadini la verità su un progetto che avrebbe dovuto valorizzare anche la sua isola?


Da fondatore a comparsa

Ricordiamo che Mannino non è stato un attore marginale: Lampedusa è socio fondatore della Fondazione Agrigento 2025, e lo stesso sindaco Miccichè dichiarò pubblicamente di aver puntato proprio sul coinvolgimento dell’isola per vincere la competizione nazionale.

Eppure, nei fatti, Lampedusa non ha ricevuto nulla: nessun progetto, nessun ritorno turistico, nessuna programmazione culturale reale. Solo una presenza simbolica, utile alla propaganda ma svuotata di contenuti.

Ancora più paradossale è il comportamento dello stesso Mannino: dopo aver preso le distanze, dichiarando di non voler essere travolto da colpe non sue, il 18 gennaio – “folgorato sulla via di Damasco” – si riallineò improvvisamente, salendo sul palco del Teatro Pirandello e parlando di squadra e di bellezze condivise. Da allora, però, nessun risultato concreto per Lampedusa. Solo silenzio.


Ribera: il “Giardino della pace” annunciato… e poi evaporato

A novembre 2024 il Corriere di Sciacca riportava una delle prime iniziative previste: un “Giardino della pace” nei pressi delle rovine del castello di Poggio Diana, realizzato dall’associazione francese Art&Jardin, con una open call internazionale per urbanisti e garden designer.

Eppure, ad oggi, nulla si è mosso.

Il sindaco di Ribera ha infatti dichiarato, in una nota trasmissione nazionale, di non aver più ricevuto alcun contatto né dalla Fondazione Agrigento 2025, né dal sindaco di Agrigento dopo la proclamazione del titolo: un silenzio che suona come un abbandono ufficiale e irresponsabile.


Il silenzio complice(per paura di essere tirato dentro al fallimento

) di Sciacca: risorse fatte proprie

Il caso di Sciacca non è da meno: inizialmente previsto nell’orbita di Agrigento 2025, ha dovuto arrangiarsi in autonomia.

Il sindaco Fabio Termine ha sottolineato come una mostra su Caravaggio, prevista nel programma, sia stata cancellata per le lungaggini burocratiche della Fondazione e realizzata invece con fondi propri, senza supporto né comunicazione integrata (Report Sicilia).

Un esempio lampante di come i Comuni partner siano stati traditi, lasciati soli dopo la vittoria del titolo e costretti a sopperire con risorse proprie a ciò che la Fondazione non è stata in grado di organizzare.


Una provincia tradita

Il titolo di Capitale della Cultura era stato presentato come un progetto corale, capace di coinvolgere tutta la provincia. La realtà è stata l’opposto: Agrigento ha usato Lampedusa, Ribera, Sciacca e gli altri Comuni come cornice per vincere, salvo poi dimenticarli subito dopo.

Il risultato è una provincia tradita e un turismo ferito quasi mortalmente, in un anno che avrebbe dovuto rappresentare il rilancio.


Mannino: complice consapevole o vittima silenziosa?

La domanda resta aperta: Mannino è stato complice consapevole del progetto truffa, accettando di prestare il nome di Lampedusa alla candidatura, oppure è stato una vittima silenziosa del sistema politico provinciale, incapace di difendere il suo territorio?

Il suo comportamento – prima distante, poi allineato, oggi totalmente silente – lascia pensare più a una resa che a un atto di resistenza. Un silenzio che lo rende, comunque, corresponsabile del fallimento.

Con soli quattro mesi rimasti, Agrigento 2025 è già un fallimento storico: promesse disattese, territori dimenticati, un turismo colpito duramente. La responsabilità politica è del sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, ma il silenzio dei sindaci partner – a partire da Mannino – ha trasformato un sogno culturale in una truffa culturale ai danni di un’intera provincia.

Tappa Evento
Nov 2024 Annunciato il “Giardino della pace” a Ribera (open call Art&Jardin) (Report Sicilia.it, Corriere di Sciacca, Corriere di Sciacca, Report Sicilia.it)
Gen 2025 Presentazione nazionale del programma “Agrigento Capitale” (comune.agrigento.it)
Luglio–Agosto 2025 Sciacca realizza la mostra su Caravaggio in autonomia; denuncia ritardi della Fondazione (Report Sicilia.it)
Agosto 2025 Sindaco di Ribera rivela assenza totale di contatti dalla Fondazione e dal sindaco di Agrigento
Agosto 2025 L’arcipelago di silenzi si conferma: Sciacca, Ribera, Lampedusa esclusi dalla governance reale

Agrigento Capitale della Cultura: Il Sindaco di Lampedusa Arriva da Leone e Va Via da Gattino

Agrigento Capitale della Cultura 2025: Lampedusa si sfila, polemiche crescenti

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