“Agrigento è carente nei servizi urbani, nel decoro e nel verde pubblico – per questo – lavoreremo per lasciare qualcosa di duraturo alla città”.(ANSA) 

Durante tutto il suo mandato, il sindaco Francesco Miccichè ha ripetutamente apostrofato come detrattori coloro che, con amore per Agrigento, lo hanno spronato a fare di meglio, segnalando criticità e inefficienze della città. Ora, a pochi giorni dall’inizio ufficiale dell’anno di Capitale Italiana della Cultura 2025, è il momento di fare i conti: dalla proclamazione del titolo, il 31 marzo 2023, cosa ha fatto concretamente il sindaco per migliorare la città e i servizi?

La risposta, purtroppo, sembra essere poco confortante. Mentre milioni di euro sono stati spesi per feste e festeggiamenti, la città continua a mostrare gli stessi problemi di sempre. Servizi urbani carenti, marciapiedi dissestati, verde pubblico abbandonato e, soprattutto, una crisi idrica mai risolta. Tutto questo mentre le segnalazioni di cittadini, associazioni e giornalisti, spesso bistrattate e liquidate come attacchi o infamie, si sono dimostrate tristemente fondate.

Quella che doveva essere un’occasione di rinascita per Agrigento rischia di trasformarsi in una passerella di eventi effimeri, senza lasciare nulla di duraturo alla comunità. Eppure, il sindaco, che oggi riconosce pubblicamente le carenze della città, non si è preoccupato di affrontarle con la determinazione necessaria. Dove sono i risultati concreti di un anno e mezzo di preparazione?

Chi ha amato Agrigento abbastanza da denunciarne i problemi non era un detrattore, ma un cittadino responsabile, desideroso di vedere la propria città all’altezza del suo straordinario titolo di Capitale Italiana della Cultura. Miccichè, al contrario, sembra aver ignorato queste voci, preferendo concentrarsi su iniziative spettacolari che, ad oggi, hanno prodotto più proclami che risultati tangibili.

Ora il sindaco deve fare un atto di umiltà. Chieda scusa agli agrigentini, soprattutto a coloro che, con le loro critiche, gli hanno offerto una bussola per orientare il suo operato. E renda conto di come sono stati spesi i milioni di euro destinati alla preparazione dell’evento. Perché se è vero che Agrigento merita di essere una capitale della cultura, è altrettanto vero che questo titolo dovrebbe significare qualcosa di più di feste e festini.

Agrigento è in ritardo, ma non è troppo tardi per cambiare rotta. Il 2025 non deve essere solo l’anno di Capitale Italiana della Cultura, ma un anno in cui la città inizia finalmente a rispondere alle esigenze dei suoi cittadini, a partire da quei servizi che Miccichè stesso ha riconosciuto come carenti. Tuttavia, il tempo per le parole è finito: ora servono fatti. E quei fatti devono parlare più forte delle promesse.

Un pensiero su “Miccichè e le sue contraddizioni: chieda scusa agli agrigentini che amano la città più di lui”
  1. Il sindaco e’ confuso: Mattarella ministro, le radici degli alberi della Villa del Sole che, salendo, hanno portato danni alla sede dell’agenzia dell’ entrate…Quindi non ha capito che i cosiddetti Detrattori sono dei critici costruttivi, quindi riporto il mio precedente commento: Commissariamento! Io sono stufa di vedere la mia citta’ in questo stato. Si dovrebbe parlare con il Presidente Mattarella…

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