Diretto e senza mezzi termini, il deputato regionale Ismaele La Vardera si è espresso in maniera critica sull’approvazione della legge di bilancio regionale. In un intervento che non lascia spazio a interpretazioni, La Vardera ha sottolineato le disuguaglianze nella distribuzione dei fondi, criticando duramente le modalità con cui vengono assegnati i finanziamenti ai Comuni siciliani.

Il problema dei “santi in paradiso”

“Ritengo – ha dichiarato La Vardera – che questa finanziaria rappresentasse un banco di prova per poter raddrizzare il tiro sugli stanziamenti. Ho deciso di non partecipare alla spartizione e trovo inaccettabile che si continui a dare fondi solo ai Comuni che hanno i ‘santi in paradiso’. Ad esempio, Modica ha ricevuto 2 milioni di euro, mentre Agrigento – capitale della cultura – poco più di 400 mila. Questo è il problema: non tutti i Comuni beneficiano dei finanziamenti. È diventata quasi una caccia all’amico: sei mio amico? Bene, ecco a te i soldi.”

La denuncia sulle marchette

La Vardera ha poi puntato il dito contro le cosiddette “marchette” inserite nel maxi-emendamento. “Era già previsto un contributo di 150 mila euro per una Srl di Acireale che, fortunatamente, grazie al mio intervento, il governo ha cancellato. Proprio per questo ho deciso di non utilizzare in alcun modo il ‘tesoretto’ di 800 mila euro concesso a ogni deputato. Non condivido le modalità di scrittura di questo maxi-emendamento.”

Il deputato regionale ha inoltre sottolineato che, nonostante la maratona notturna per approvare la finanziaria, persistono evidenti disuguaglianze nei criteri di distribuzione dei fondi. “La coerenza prima di tutto,” ha dichiarato La Vardera, ribadendo di aver rifiutato i fondi personali destinati ai deputati per assegnazioni discrezionali.

Solidarietà ai sindaci penalizzati

“Non mi resta che esprimere solidarietà a tutti quei sindaci che non hanno santi in paradiso e che non riceveranno nulla,” ha aggiunto La Vardera. Le sue parole evidenziano una frattura evidente tra i principi di equità e trasparenza e le modalità attuali di distribuzione delle risorse pubbliche.

Il caso Agrigento

L’esempio di Agrigento, che nonostante il prestigioso titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025 ha ricevuto meno di mezzo milione di euro rispetto ai 2 milioni stanziati per Modica, sottolinea l’iniquità delle scelte politiche. Una disparità che, secondo La Vardera, riflette logiche clientelari piuttosto che una visione strategica per lo sviluppo della Sicilia.

Uno strappo con il sistema

La posizione di La Vardera rappresenta un netto strappo con l’andazzo politico abituale e rilancia il dibattito sulla necessità di riformare le modalità di approvazione e distribuzione dei fondi pubblici. La sua decisione di non partecipare al maxi-emendamento e di rinunciare agli 800 mila euro di tesoretto personale segna una scelta di rottura che punta a riportare al centro dell’attenzione i principi di trasparenza e coerenza.

Un appello per un cambiamento

Le dichiarazioni di La Vardera si configurano come un appello per un cambiamento radicale nel modo di amministrare le risorse pubbliche in Sicilia. Un invito a mettere da parte le logiche clientelari e a lavorare per una distribuzione più equa e strategica dei fondi, per il bene di tutti i cittadini siciliani, a prescindere dalla loro vicinanza a determinati “santi in paradiso.”

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