Agrigento – In un post che non è passato inosservato, il giornalista agrigentino Nuccio Dispensa ha espresso una riflessione amara e pungente sulla gestione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025. Le sue parole, dure ma lucide, rappresentano un’analisi impietosa delle dinamiche politiche e amministrative che rischiano di compromettere un’occasione unica per la città.
Dispensa punta il dito contro la politica locale, colpevole, a suo dire, di aver trasformato quello che avrebbe dovuto essere un “evento del secolo” in una serie di inefficienze, scelte discutibili e promesse non mantenute.
La metafora della pagnotta e delle briciole
Una delle immagini più forti utilizzate da Dispensa riguarda la “trasformazione della pagnotta in briciole”, un’accusa diretta a una classe politica che sembra più interessata a gestire il proprio tornaconto che a lavorare per il bene collettivo.
“Io penso che abbiano voluto tenere alla larga persone come te [Buttafuoco] perché non ci fosse chi disturbava la trasformazione della pagnotta in briciole,” scrive il giornalista, alludendo alla mancata collaborazione con figure autorevoli come Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia.
Secondo Dispensa, invece di valorizzare il progetto con idee e contributi di qualità, la politica agrigentina avrebbe scelto di escludere voci critiche per mantenere il controllo su una gestione approssimativa e, a tratti, poco trasparente.
La mancata visione della destra agrigentina
Dispensa non si limita a criticare le scelte politiche, ma sottolinea un problema più ampio: la mancanza di una visione strategica da parte della destra agrigentina. Un’occasione storica come quella di Capitale della Cultura, che avrebbe potuto portare Agrigento al centro dell’attenzione nazionale e internazionale, rischia di essere sprecata.
“Agrigento avrebbe potuto emergere con un programma culturale degno del suo patrimonio storico e artistico, ma ciò che vediamo è un approccio dilettantesco, incapace di dare un’identità forte al progetto.”
La mancanza di un cartellone eventi definito, la gestione frammentata delle responsabilità tra Fondazione, Parco e Comune, e la confusione sulle strategie di comunicazione sono solo alcuni dei problemi evidenziati dal giornalista.
Un’occasione che rischia di andare sprecata
Le parole di Dispensa suonano come un monito per una città che sembra arrancare a pochi giorni dall’inizio del 2025. La critica non è solo alle inefficienze attuali, ma anche alla perdita di opportunità per coinvolgere figure di spessore, capaci di dare una direzione chiara e ambiziosa al progetto.
Dispensa lascia trasparire un’amarezza profonda per una città che avrebbe potuto sfruttare questo momento storico per rilanciarsi, ma che, invece, rischia di essere ricordata per i suoi limiti e le sue occasioni perse.
Un appello al riscatto
Concludendo la sua riflessione, il giornalista agrigentino sembra lanciare un appello implicito: serve un cambio di passo. Agrigento non può permettersi di trasformare una vittoria potenziale in una disfatta annunciata. La politica locale deve dimostrare di essere all’altezza della sfida, lasciando da parte interessi personali e adottando una visione unitaria e strategica per il futuro della città.
Riuscirà Agrigento a cogliere questa occasione, o il 2025 sarà ricordato come l’anno delle briciole? La risposta, ancora una volta, dipende dalla capacità di chi governa di agire con responsabilità e lungimiranza.
Riferimenti
La riflessione di Nuccio Dispensa è stata ripresa anche dal giornale Globalist, che ha approfondito il tema e le dichiarazioni di Pietrangelo Buttafuoco. L’articolo completo è disponibile a questo link: Globalist.it.

