Mentre i dipendenti non ricevono gli stipendi di dicembre, l’azienda perfeziona nuove assunzioni opache con il supporto di agenzie interinali. La politica agrigentina sotto accusa.
Agrigento – Incredibile ma vero. Mentre l’AICA (Azienda Idrica Comuni Agrigentini) naviga in acque turbolente con una crisi economica senza precedenti, questa mattina sono state perfezionate sette nuove assunzioni tramite agenzie interinali. Due ingegneri, un geologo, due autisti e altri profili sono stati inseriti in organico, portando il numero di dipendenti oltre 300, ben al di sopra delle 220 unità previste dal piano d’ambito.
La situazione appare paradossale: un’azienda che registra perdite di almeno 5 milioni di euro all’anno e che non riesce a pagare gli stipendi di dicembre ai dipendenti – riuscendo a malapena a garantire la tredicesima – continua a procedere con assunzioni, ignorando qualsiasi logica di risanamento.
Assunzioni tramite agenzie interinali: selezioni opache
Queste assunzioni, perfezionate con il supporto di agenzie interinali, sollevano interrogativi pesanti. Secondo fonti interne, la procedura di selezione si è svolta in maniera del tutto opaca: un bando pubblicato ad agosto, nel cuore delle vacanze estive, su un server dedicato al lavoro interinale. Una selezione durata appena due giorni prima di Ferragosto, che aveva già suscitato polemiche e che la Consulta aveva costretto a ritirare.
Eppure, nonostante l’intervento, oggi scopriamo che la graduatoria – o meglio, la lista di nomi già decisa in precedenza – è stata finalmente attuata. I nuovi assunti erano probabilmente già noti: secondo indiscrezioni, si tratterebbe di persone legate da parentele significative o appartenenze politiche, un modus operandi che lascia trasparire la solita logica clientelare.
Crisi economica e responsabilità politica
La situazione di AICA è lo specchio di una gestione fallimentare e di un sistema politico che continua a ignorare la realtà. Come già documentato nel nostro precedente articolo sulla crisi economica di AICA (link articolo), i sindaci dell’ATI non hanno saputo garantire una gestione efficiente della società idrica.
L’azienda è allo sbando: senza fondi per la manutenzione delle reti idriche, per il pagamento dei fornitori e per garantire gli stipendi ai dipendenti, AICA si avvita in un circolo vizioso di inefficienza e favoritismi.
Politica, malaffare e il ritorno delle solite logiche
L’utilizzo delle agenzie interinali per assumere personale in un contesto di crisi economica appare come un chiaro escamotage per bypassare qualsiasi forma di trasparenza e meritocrazia. E mentre l’azienda affonda, la politica locale continua a preferire logiche clientelari e vecchi schemi di gestione.
Non è un caso che la cronaca recente – con gli arresti di stamattina – dimostri ancora una volta che la mafia e il malaffare trovano terreno fertile nella provincia di Agrigento, una terra abbandonata dalla politica e governata da interessi privati.
Conclusione
Quello che sta accadendo ad AICA è inaccettabile: mentre i cittadini subiscono crisi idriche e disservizi, mentre i lavoratori aspettano invano gli stipendi, la classe dirigente continua a premiare parenti e affiliati politici tramite agenzie interinali. La provincia agrigentina merita di più.
Report Sicilia continuerà a vigilare e denunciare queste dinamiche vergognose che stanno affossando la nostra terra, chiedendo risposte chiare alle istituzioni e ai sindaci che hanno il dovere di assumersi la responsabilità di questa gestione fallimentare.

