“Oggi sposi, sentite condoglianze” è rimasto pencolante come una mina vagante nel cartellone 2023-2024 approntato diligentemente dal direttore artistico della Fondazione Teatro Pirandello, Francesco Bellomo. E’ rimasto senza data per parecchi mesi e quando il cartellone fu varato la vittoria del centrodestra meloniano era nell’aria e Pino Insegno, interprete della commedia, era dato dalla cronaca nazionale  come “vagante” da un programma televisivo ad un altro. Si diceva (da una ormai stantia egemonia culturale) fosse amico della Meloni come se questa  amicizia fosse disdicevole  per la caratura artistica di un attore  Successo, insuccesso, gradimento e quel dannatissimo share si intersecavano nervosamente nel curricolo dell’attore tanto da costringere Francesco Bellomo a collocarlo nel limbo dell’attesa.   Oggi finalmente le designazioni televisive di Pino Insegno sembrano accertate ed ecco che il 6 e 7 aprile 2024 la commedia approda sulle tavole del palcoscenico agrigentino. Il titolo della commedia è abusatissimo  nonché  proveniente dal cinema con l’omonimo film interpretato tra gli altri dal grande  Jack Lemmon.  Se a questo aggiungiamo un ‘altra commedia con  la regia del fratello Claudio Insegno e l’interpretazione di Caterina De Santis  il rimescolamento “pro domo sua” (l’interprete Alessia Navarro è la moglie di Pino) potrebbe riflettere la necessità  di una rivisitazione della commedia che non ha avuto  recensioni appassionate. Forse nuoce alla commedia un mixage di americanismo scontato da chissà quanti milioni di esseri umani e di commedia italiana che si dibatte tra farsa e comicità.  Dimenticando o dissentendo dal fatto  che Mario Monicelli  nel 1979 col suo “Borghese piccolo piccolo” tratto da Cerami, aveva posto una bella pietra tombale sulla commedia all’italiana. Sarebbe tempo che una certa enclave di autori e interpreti italiani si convincesse di questo e cambiasse  un registro che porta dritto al trash nonostante tutte le buone intenzioni e la bravura più o meno “alla Stanislavskj”.  Invece le condoglianze risultano plausibili per matrimoni politici (appunto, da condoglianze) che dalle ultime elezioni comunali ci trasciniamo dietro e che finalmente vengono esplicitati dalla intenzione del sindaco Miccichè di restituire la designazione di Agrigento a capitale della cultura. Noi apprezziamo la frase del sindaco detta in un momento di grande difficoltà amministrativa e dettata anche dalla perdita delle decine di milioni di euro per la rete idrica da parte di un ensemble politico che non è nuovo a queste perdite. Ricordiamo negli anni 70 la perdita dei fondi per il centro storico di Agrigento che furono poi dirottati per Ortigia di Siracusa, la perdita dei 35 milioni per l’aeroporto restituiti dal presidente della Provincia D’Orsi alla Regione . E qualcuno ci sa rispondere dei milioni destinati al rifacimento della rete idrica che il  sindaco Marco Zambuto aveva ottenuto dal presidente Lombardo? Manco a farlo apposta, la sera del debutto  di “Oggi sposi…” in prima fila c’erano l’on, Di Mauro, il sindaco, il vicesindaco, il presidente del consiglio comunale e altri maggiorenti eredi diretti di una campagna elettorale che aveva visto “vecchie vittime e antichi carnefici” promossi a governare la città. Mai come oggi ad Agrigento è successo che giornalisti si dimettano da direttore o che vengano minacciati e assaliti come è accaduto.  Per non parlare della violenza verbale contro alcuni  di loro che imperversa sui social e per giunta con nome e cognome.

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