Nessun danno a cose o persone ma solo uno spavento per chi abita a pochi metri dal crollo, crollata una buona parte di una parete della vecchia chiesa Madonna Della Catena nel quartiere di Villaseta, la struttura da notizie da noi attinte sembra essere privata e non più della curia, sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco e la protezione civile comunale che hanno disposto che la zona venisse transennata

 La Madonna della Catena e le sue chiese

 L’antica chiesa

Villaseta, piccolo centro vivace e densamente popolato, testimonia da più di mezzo millennio una fervida tradizione del culto mariano.

Le prime testimonianze della devozione popolare fanno riferimento a due documenti conservati presso la Curia Arcivescovile e riconducono ad un’epoca anteriore al XVI secolo.

In tali documenti, rispettivamente del 1571 e del 1615, si chiede, infatti, prima al Vescovo Giovanni Battista De Hogeda (1571-1573) e poi al Vescovo Vincenzo Bonincontro (1607-1622) da parte dei Carmelitani (che già avevano fondato un convento, in Agrigento, accanto alla chiesa della Madonna della Catena, nei pressi del quartiere Rabatello) l’edificazione di un altro convento più vicino al mare, proprio accanto alla chiesetta di Maria SS. della Catena a Villaseta.

Da questi dati cronologici consegue che la chiesa fosse preesistente.

Percorrendo il tratto di sentiero che, dopo la via Zunica, porta ai resti dell’antica chiesa si possono con un po’ di buona volontà individuare ancora la parte absidale di una non consueta forma quadrangolare con volta a crociera costolonati poggiante su piccoli capitelli.

All’interno si può solo intravedere la nicchia absidale (nella quale verosimilmente doveva essere collocata una statua lignea della quale si parlerà in seguito) e l’altare con decorazioni a stucco, segno di un rimaneggiamento del ‘700, mentre delle pareti laterali dell’edificio rimane solamente parte di quella di destra, come testimoniano un paio di arcate di probabili cappelle votive e qualche fregio lungo un modesto tratto di cornice.

 

 

Del convento succitato resta ancora meno: un muro, a nord-ovest, assai diroccato, nel quale tuttavia è possibile osservare un’edicola sacra che fino a qualche anno fa ha ospitato un dipinto del XIX secolo su materiale lapideo, opera di Raffaello Politi.

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