Arriva come in molte  altre redazioni la locandina del 61esimo  convegno internazionale di studi pirandelliani. E si aprono vecchie ferite per la città e quei cittadini cui stanno a cuore i destini di questa città.  La locandina annuncia che la presentazione del   convegno su “Il teatro d’arte di Roma con Pirandello capocomico a cento anni dalla fondazione 1924-2024” si terrà a Palermo ospite del liceo classico “ Vittorio Emanuele II.  Ricordiamo che da circa dieci anni il convegno nato ad Agrigento e fondato da Enzo Lauretta, un personaggio che ad Agrigento ha dato il lustro della Sagra del mandorlo, dell’Efebo d’Oro e di questo convegno che richiamava annualmente ad Agrigento circa 600 studenti da tutta Italia, non è stato supportato decentemente da diverse amministrazioni.  A iniziare da quella di Zambuto, Firetto per finire all’attuale amministrazione del sindaco Franco Miccichè che nemmeno lui è riuscito a trattenere nella nostra città. E lo scrivo con rammarico perché a Miccichè, fino adesso come cittadino e cronista avevo chiesto una sola cortesia quella di far tornare ad Agrigento il Convegno pirandelliano. Mi comunicò che stava facendo tutto il possibile e ricordo che me lo sussurrò in un orecchio durante una manifestazione, come fosse un segreto, qualche mese dopo, che si stava operando per questo ritorno. Non accadde nulla e tra di me pensai che nulla sarebbe accaduto visto che la sua campagna elettorale era popolata da “vecchie vittime e antichi carnefici”  che avrebbero utilizzato il giro degli assessorati come un gioco di lobby e non di palestra politica. Adesso che la designazione di “capitale della cultura” si è abbattuta sulla città e pende come una “spada di Damocle” tutti i nodi della fiction politico-amminisrativa vengono al pettine.  Col risultato che il meloniano Lillo Pisano ( ma tutti gli altri sono inconsapevolmente meloniani) cacciato dalla Meloni in piena campagna elettorale,furoreggia tra elargizioni spettacolari e convegni sulla pace che hanno solo a che fare col “reddito di belligeranza” e  col rischio poco culturale di apparire salottiero chic molto simile alle “terrazzate di sinistra” di cui ha favoleggiato recentemente il nostro ministro della cultura Sangiuliano. Una platealità che non ci aspettavamo da un ministro che ha scritto un pregevole libro su Giuseppe Prezzolini che della grande destra storica ne sapeva qualcosa ma che non viene mai citato dalla melodrammatica Meloni  e da nessun altro teorico di partito. Se ne saranno fatta una ragione se Vannacci batte Prezzolini per numero di copie vendute E questa città mummificata nella destra anche quando il potere della DC si tagliava a fette, non riesce a cogliere l’assist che la designazione a “capitale” le offre. Sembra inutile persino che la programmazione del “Teatro Pirandello”  abbia offerto gli ultimi scampoli  ( si fa per dire) della vecchia egemonia culturale (Todo modo, I due Papi ecc)  che mettono a rischio persino la poltrona del direttore artistico Francesco Bellomo e del CdA della Fondazione  che sicuramente saranno chiamati a navigare sopra la linea di galleggiamento governativo.  E del resto, lo abbiamo già scritto, oggi viviamo la stessa temperie politica dove può sorgere  un nuovo  sottosegretario D’Alì ( oggi in carcere) che faceva trasferire  il prefetto Sodano che assolveva ai suoi doveri  finendo in quelle condizioni che la TV pubblica ci fece vedere. Adesso assistiamo ad una congerie di nominalismi, di giravolte di incarichi a registi di videoclip, di teatranti in buona fede (il teatro non è mai in mala fede) che cercano una difficile uscita dal soffocamento  imposto dagli “invisibili” ( il copyright è di Andrea Cirino) o se volete dagli “Spettri” che popolano le nostre contrade secondo il bel libro scritto da Beniamino Biondi. Spettri che continuano a fare meno paura di quelli viventi secondo un critico letterario di “Repubblica”. Agrigento oggi può solo contare su qualche migliaio di turisti paesani per la stiracchiata Sagra del mandorlo e quel milioncino che per fortuna  ci assicurano i templi mentre  quei seicento o poco più studenti che arrivavano per  il convegno pirandelliano andranno a popolare il grande albergo dell’isola delle Femmine dove il convegno si celebra annualmente recuperato allora dal lungimirante Leoluca Orlando. Un’isola delle  femmine tutte pirandelliane? Ma non sarà  un’ammucchiata, ragazzi!!!!

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