Il 9 maggio rimane impresso nella memoria collettiva degli italiani come una data carica di significato, in cui si intrecciano tragici eventi che hanno segnato profondamente il tessuto sociale e politico del Paese.
Il 9 maggio 1993, Papa Giovanni Paolo II compì una storica visita ad Agrigento, durante la quale pronunciò un anatema contro la mafia e la criminalità organizzata. Le sue parole, “Convertitevi. Un giorno verrà il giudizio di Dio”, furono un forte richiamo alla conversione e alla lotta contro il male rappresentato dalla mafia.
Ma il 9 maggio non è solo ricordato per questa visita pontificia. Esattamente 15 anni prima, nel 1978, questa stessa data fu segnata da un altro tragico evento: l’uccisione di Aldo Moro. Il leader della Democrazia Cristiana e ex Presidente del Consiglio venne rapito il 16 marzo da un commando delle Brigate Rosse e il suo corpo senza vita fu ritrovato il 9 maggio successivo. Il sequestro e l’uccisione di Moro rappresentarono un trauma profondo per l’Italia, segnando l’inizio di una nuova fase nel confronto con il terrorismo e la criminalità politica.
Inoltre, il 9 maggio 1978 è anche la data della morte di Peppino Impastato, attivista antimafia ucciso a soli 30 anni. Impastato si oppose apertamente alla presenza della mafia nella sua città, Cinisi, in Sicilia, denunciando le collusioni tra politici, imprenditori e boss mafiosi. La sua morte, avvenuta in circostanze misteriose, rappresenta un simbolo della lotta contro la mafia e della ricerca di giustizia in un contesto di grande corruzione e illegalità.
Il 9 maggio, dunque, si presenta come una data emblematica che unisce tre eventi significativi della storia italiana: la visita di Papa Giovanni Paolo II ad Agrigento con il suo anatema contro la mafia, l’uccisione di Aldo Moro e la morte di Peppino Impastato. Questi avvenimenti ci ricordano l’importanza della memoria storica e dell’impegno costante nella lotta contro ogni forma di violenza e sopraffazione.