“Siciliana “e “Il sistema Montante” sono due bestseller abbastanza noti, mentre il terzo libro in fotografia è ”Gelo” di Thomas Bernhard scritto nel 1963 (rieditato oggi da Feltrinelli) e che ha rivelato Bernhard come uno dei grandi scrittori del Novecento. Narra del pittore Strauch, che dopo aver bruciato tutti i suoi quadri si è da tempo ritirato in uno sperduto villaggio. La sua destinazione è dunque Weng, «il paese più malinconico che io abbia mai visto», dove «tutto sembra calcolato per riuscire fatale». E non meno inquietanti sono i suoi abitatori: dalla moglie dell’oste, «orribilmente ripugnante», allo scuoiatore che «fa anche il becchino», dal distillatore di grappa, «lungo e secco come un pezzo di legno», al gendarme, che non ha potuto studiare perché il padre temeva che «sarebbe rincretinito. Per i lettori più avveduti segnaliamo un altro libro di Romano Bilenchi, “Il Gelo” uscito nel 1982 e che fin dal titolo sembra accompagnare l’idea del fallimento della socializzazione avanzato da Bernhard: Un romanzo che coglie lo spessore della vita, che è fatta di oggetti e di eventi concreti, ma anche di sogni e d’immaginazione. Insieme a quei momenti di turbamento, di emozione in cui l’uomo riesce ad ascoltarsi vivere, a prendere coscienza…In maniera meno romanzata ma non meno efficace, Teresa Principato e Salvatore Petrotto ci introducono in un altro tipo di fallimento della socializzazione in una Sicilia che si contorce in un mummificato tool temporale di cui non riesce a rompere il cerchio.