Dopo la “prima” a Racalmuto alcuni mesi fa, L’uomo che ebbe due funerali    approda al Posta Vecchia di Agrigento., Carmelo Rappisi, regista e interprete dell’atto unico del racalmutese scrittore e poeta Piero Carbone , ha aggiunto alla messinscena sostanziali brani della novella di Pirandello “Il treno ha fischiato” e affidando a Ilaria Bordenca il cameo-monologo tratto dall’”Onorevole” di Sciascia e che l’attrice agrigentina interpreta con grande tatto e perizia. Un bell’insieme attoriale di cui Rappisi si è consapevolmente assunto il peso di restituirci sulla scena il Belluca pirandelliano del treno e il Don Ferdinando di Piero Carbone con trapassi e sfumature interpretative davvero straordinarie mettendo a profitto la vaga ilarità piena di stordimento di un Belluca costretto a badare a moglie, suocera, sorella della suocera più sette nipoti e di un don Ferdinando creduto tirchio in vita tanto che al suo funerale non c’era manco un cane ma che poi ad apertura di testamento si scopre che aveva lasciato i suoi averi ai compaesani per la costruzione di un ospedale. Col risultato che sindaco, Giunta e paesani gli allestiscono un secondo funerale in pompa magna. E qui è favolosa la caricatura di sindaci e arciprete sul podio per i retorici discorsi in occasione della “prima pietra”. Infatti, manco a dirlo, dell’ospedale si perderanno le tracce per l’inettitudine e le risse delle opposte correnti politiche cui fa da controcanto la composta amarezza di Ilaria Bordenca interprete della moglie dello sciasciano e molto contemporaneo “Onorevole” mentre figure coreografiche che aggravano la dominante farsa tragica sono state affidate a Deliana Manetta e Maria Elisa Lo Bianco, fascinose danzatrice del ventre che illudono i sogni erotici di don Ferdinando. La colonna sonora è stata eseguita dal vivo dalla pianista  Maria Rita Di Marco. Francesco Militello ha retto il compito di affiancare in alcune scene un Don Ferdinando cui Rappisi offre una maschera di devastante metafora farsesca  per una politica amministrativa che ha perso la sua solennità. Fonica e luci di Toni Bruccoleri.

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