Fino all’ultimo ho sperato che i lavori alla Villa del Sole fossero finalizzati ad un progetto conservativo di recupero e di risanamento per restituire la villa alla fruizione dei cittadini, seppure inserendo nel suo contesto strutture di tipo scolastico.
Oggi però con lo scempio delle gettate di cemento appare in tutta la sua gravità il progetto di cancellare del tutto questo polmone verde proprio al centro della città, che si poteva godere almeno dal punto di vista paesaggistico percorrendo il Viale della Vittoria.
In un mondo sempre più attento alla tutela dell’ambiente, delle bellezze naturali e al consumo di suolo, la cosiddetta capitale italiana della cultura 2025 fa scempio dei propri beni paesaggistici e naturalistici distruggendo una villa comunale e andando in controtendenza con la vera cultura che è quella di creare condizioni benessere e di vivibilità per la popolazione.
Uno scempio perpetrato alla luce del sole, nel silenzio colpevole della città e del consiglio comunale senza valide motivazioni, visto che esistono sul territorio altre aree ed altri immobili inutilizzati ed in abbandono, e che potevano essere utilizzati, e vista tra l’altro una popolazione scolastica che tende a ridursi, lasciando gli alberi e la villa alla propria storia ed alla fruizione dei cittadini. Un luogo che simbolicamente era sorto nell’area di una ex caserma e che per tanti anni è stato frequentato e fruito da generazioni di agrigentini
Al contrario era necessario un lavoro di manutenzione e di recupero che riportasse alla villa del Sole alberi e fiori e restituisse la sua funzione di “giardino” luogo per definizione di bellezza e benessere. Luoghi che in altre città con minori aspirazioni e velleità a titoli altisonanti, vengono valorizzati e diventano elementi di vero arredo urbano. Ma si sa, gli interventi di manutenzione costano tanta fatica e non sono tanto redditizi quanto le grandi opere e le colate di cemento.
Dopo la devastazione della Villa Garibaldi, dopo la cementificazione del lungomare di San Leone e tante altre brutture, la capitale della Cultura si appresta all’ulteriore barbarie cancellando quel poco di bello che era rimasto ai cittadini e portando indietro di 50 anni le lancette dell’orologio. Non abbiamo imparato nulla dagli errori del passato, anzi..
Mi dispiace sinceramente dirlo, ma l’unica speranza è che in un sussulto di dignità la città non dimentichi e non perdoni questo scempio, e che il prossimo sindaco di Agrigento ponga tra i punti del suo programma il ripristino della Villa del Sole.
Abbiamo tante strutture da ristrutturare come per esempio la villabetania che e diventata un porcile in via della concordia il comune a un altro immobile che ci abitano le colombe si potrebbe ristrutturare per degli uffici invece che fa va a distruggere la villa del sole