Il fuoco come pennello e il legno come tela. L’artista Vincenzo Raspante che espone in questi giorni pre pasquali nel salone del Circolo Empedocleo di Agrigento, evoca e mescola sacro e profano, antico e moderno nelle sue pirografie dove il Cristo raffigurato in molte sue varianti, ci immerge nella tradizione iconografica cristiana. Il critico Arrigo Musti che lo presenta in catalogo scrive che “l’arte di questo artista artigiano non solo cattura l’immagine statica di una figura o di un edificio ma sembra catturare anche l’incessante flusso del tempo stesso”. Raspante oltre a catturare l’iconografia cristiana volge il suo sguardo alle immagini della sua Bagheria che non è solo la celebre “villa dei mostri” ma è fatta di angoli suggestivi e poeticamente privati, confermando quel mix di fede, natura, mortalità trait d’union tra” l’umano e il divino, il passato e il presente, l’effimero e l’eterno”.