Intervista di Diego Romeo a Don Mario Sorce

Don Mario Sorce, Parroco ad Agrigento, direttore della Pastorale Sociale dell’Arcidiocesi da 16 anni, membro del Cartello Sociale. Don Mario partiamo proprio dall’esperienza del Cartello Sociale di Agrigento, quali le soddisfazioni e quali amarezze ha prodotto in te questa avventura?

Il Cartello nasce sia nella sua prima edizione “2003-2008” e nell’attuale esperienza assieme ai segretari di CGIL, Cisl e UIL, anzi sono propri loro a chiedermi di fare qualcosa per questo  territorio “bellissimo ma disastrato”… disastrato nelle infrastrutture, nelle povertà, nella disoccupazione; “dobbiamo fare qualcosa di forte” e nacque l’idea della grande marcia che porterà il 25 gennaio 2020 circa 5000 persone e 41 sindaci alla rotonda degli scrittori a gridare il nostro sdegno per la situazione viaria e infrastrutturale (ultimo in Sicilia) , il motto che scegliemmo fù ”gente indignata per strada”. Da qual momento inizierà una fattiva collaborazione che vedrà camminare insieme la gente comune, la Chiesa, i sindacati, i sindaci, le associazioni (di varia natura), il Vescovado e la Prefettura (nelle persone dei Prefetti Caputo e Cocciufa) creando le condizioni di quello che verrà chiamato “Cartello Sociale allargato, che si occuperà di dare o far dare risposte da parte delle istituzioni politiche governative ai problemi più vari: Infrastrutture, spazzatura, acqua, sanità, agricoltura. Tantissime soprattutto le soddisfazioni… prima fra tutte quella di essere fermato dalla gente comune che ti parla dei suoi problemi e ti dicono “ci siete rimasti solo voi del Cartello”. Una seconda soddisfazione viene dal grande lavoro fatto con l’impegno di tutte le realtà sociali che vanno dal rapporto stretto e stima con l’allora vice ministro Cancelleri, al lavoro con tantissimi sindaci, ai piccoli grandi risultati che ci hanno permesso come cittadini di vederci restituire un pò; di dignità sociale da italiani non sempre di serie c. La più grande amarezza? Vedere che il nostro lavorare per il territorio non è stato apprezzato da tutti e il vedere che ci siamo fatti qualche nemico tra coloro che si sono sentiti infastiditi già e solo da ogni Nota e azione del Cartello. Ma il bilancio resta fortemente positivo.

Nel suo secondo anno da Vescovo di Agrigento Mons. Montenegro fece un’omelia sulla situazione della Diocesi-Provincia, facendo una citazione che mi meravigliò molto… “Agrigento- disse è come un fiore appassito dai petali calpestati”. Pensa che la situazione del nostro territorio sia cambiata?

Bellissima e amarissima citazione, che non ricordavo più ma mi ricordo delle parole amare espresse dal nostro Vescovo sulle problematiche delle nostre città che di anno in anno , di omelia in omelia del Venerdì Santo … non miglioravano. C’è un passaggio in una delle sue ultime omelie del Venerdì santo (del 2018) dove il Vescovo dice “Signore, non dirmi però che vedo solo nero e sono pessimista. Qualche volte gli altri me lo dicono. Se ti parlo così è perché, in tali situazioni che ci vedono negativamente responsabili, non ci passa per la testa che tu, in questa maniera, continui a essere inchiodato sul legno”; i problemi negli anni si sono aggravati, le condizioni dei lavoratori e le opportunità per i nostri giovani a trovare lavoro lo sono ancora di più, ma vorrei essere propositivo e riferendomi a un altro passaggio dell’omelia di quel venerdì il Vescovo diceva “Voglio ringraziarti anche per la tanta gente operosa, generosa, coraggiosa, onesta, impegnata, giovane e meno giovane, che incontro nel mio ministero. A volte resto sorpreso per la loro fedeltà quotidiana a te e alla vita, e in loro leggo la tua fedeltà e la tua vita. Sono davvero tanti, e sono di questa terra. Grazie e… ricordati di noi”. Coraggio, dico ogni giorno a me stesso, “c’è tanto da fare e ognuno può dare il suo prezioso contributo acchè non gli altri ma io posso dare, ricordandomi di essere protagonista della mia vita e della rivalsa di questo territorio.

Ultima domanda: Agrigento capitale della culturale 2025. Siamo in ritardo, lo diciamo tutti ma è tutto compromesso?

Siamo in ritardo è vero ma credo che ancora possiamo e dobbiamo fare il massimo perché questa opportunità unica non vada perduta ma porti la nostra città la nostra provincia a essere guardata per ciò che ha di più bello: la storia, i templi, i nostri centri sci, le nostre spiagge, ma soprattutto la nostra mediterraneità, il calore e la voglia di accogliere della nostra brava gente. Ma c’è una cosa che dobbiamo metterci in testa e nella quale dobbiamo migliorare: convincerci che c’è bisogno del contributo di tutti, di ognuno, dalla politica alle associazioni, dalla  fondazione alle varie intelligenze del nostro territorio, dai professionisti alla gente comune, dalla Chiesa ai sindacati…insomma di tutti. Per questo come Cartello abbiamo lanciato e speriamo possa essere ascoltato e seguita l’iniziativa del “Cantiere delle idee per Agrigento 2025” che inizierà il 28 p.v., non di certo in contrapposizione al lavoro della Fondazione che abbiamo invitato nella persona del suo Presidente ma in un totale spirito di collaborazione e soprattutto per vivere il vero senso di questa opportunità del 2025…un impegno di TUTTA AGRIGENTO.

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