Una mafia ben inserita nel tessuto economico e sociale, che punta decisa al settore turistico in espansione e alle tradizionali attività di controllo del territorio quali lo spaccio di stupefacenti, soprattutto crack.
È il quadro che emerge dalla visita della Commissione Antimafia dell’ARS a Siracusa, per la mappatura sullo stato di Cosa Nostra in Sicilia.
Secondo il presidente Antonello Cracolici, la mafia aretusea non impaurisce la collettività e non determina reazioni pubbliche: da ciò deriva un’alta soglia di assuefazione e connivenza con il fenomeno criminale che non viene percepito come una minaccia, ma come se fosse una condizione naturale e connaturata.
L’assenza di conflittualità, dunque, si traduce in affari d’oro per chi decide di reinvestire i propri capitali illeciti nella cosiddetta economia legale.
“Siamo convinti – afferma l’onorevole Antonello Cracolici – che il minore radicamento delle forze politiche nei territori stia paradossalmente determinando un maggiore condizionamento delle uniche famiglie organizzate: il rischio di condizionare il voto esiste, ma non ci sono evidenze tali da suscitare l’attenzione delle forze investigative”.
IL CONTROLLO DELLA MAFIA SU TURISMO, RISTORAZIONE E TRASPORTI
Nel 2024, su undici interdittive antimafia, nove riguardano la ristorazione e due il settore edile.
Molto basso, il livello delle denunce, come rilevato anche dalle cinque associazioni antiracket presenti alla visita della Commissione.
Il presidente Antonello Cracolici ha invitato a denunciare, anche in considerazione delle norme che, oggi, garantiscono la tutela dell’anonimato.
“In tanti casi – spiega – abbiamo scoperto che la stessa denuncia da parte degli imprenditori funge da deterrente nei confronti di chi si presenta a chiedere il pizzo”.
La Commissione, che ha incontrato anche i sindaci per analizzare le modalità attraverso cui la mafia si articola nei territori – e con quali differenze rispetto alle mattanze degli anni Novanta – si è confrontata con Giovanni Signer e Roberto Pellicone, rispettivamente prefetto e questore di Siracusa, con il comandante provinciale dei Carabinieri Dino Incarbone e della Guardia di Finanza Lucio Vaccaro e con Felice Puzzo, capo del centro operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Catania.
*fonte foto: Facebook